Tutti in bianco, rilassati, nel giardino di casa, la festa di nozze queer della scrittrice Michela Murgia, documentata da lei stessa su Instagram, sembrava varie cose: una serata di felicità, un manifesto politico sulla famiglia che si sceglie, una sfilata di moda visto che tutta la famiglia ha abiti bianchi disegnati dall'amica stilista di Dior Maria Grazia Chiuri con la sposa con la scritta God save the queer, ricamata con perline rosse sull'abito e dove al posto della testa della regina c'è invece il suo volto. Nella nuova casa romana che può contenere tutta la famiglia cui l'autrice malata in fase terminale scomparsa il 10 agosto a 51 anni ha dedicare il suo ultimo tempo - i quattro figli — e il resto della queer family — Lorenzo, Claudia, Marco, Alessandro, Cinzia — c'erano le scrittrici Chiara Valerio e Chiara Tagliaferri, il cantante lirico Francesco Leone, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Paolo Repetti, Teresa Ciabatti
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A metà luglio, con rito civile e per ragioni puramente legali-economiche, come da lei stesso sottolineato, ha sposato l'attore Lorenzo Terenzi, per "garantirci diritti a vicenda".
"Io e Lorenzo abbiamo firmato un contratto con lo Stato per avere diritti che non c'era altro modo per ottenere così rapidamente" ha scritto.
Un non-matrimonio in bianco? "Quando Maria Grazia Chiuri mi ha detto "voglio disegnarti l'abito da sposa" ho provato imbarazzo: non mi considero una sposa. Il fatto che tutt3 continuino a romanticizzare la questione e farci le congratulazioni non cambia la realtà.... Tre giorni dopo mi ha mandato i bozzetti di una intera mini-collezione familiare che interpreta alla perfezione lo spirito queer del nostro stare insieme.
Completamente bianca per tutti, de-sacralizza il colore nuziale, che cambia significato: il bianco è inclusivo, sintesi additiva di tutti i colori dello spettro. Nella collezione di cui ci ha fatto dono, realizzata ad hoc, ci sono solo pezzi intercambiabili, no gender, tra i quali ciascunə ha scelto la combinazione che meglio esprimeva la sua identità".
Poi gli anelli: non due fedi, anche queste simboli di appartenenza, ma anelli chevalier in resina con rane, esseri che mutano forma e ambiente più volte nella vita e che possono essere considerati l'emblema del cambiamento stesso. E che tutta la famiglia indossava.
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