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Damien Chazelle, 'gli americani sognano di essere italiani'

Damien Chazelle, 'gli americani sognano di essere italiani'

A Bologna presenta 'Babylon', "un film debitore di Fellini"

BOLOGNA, 30 giugno 2024, 20:58

di Nicola Pirrone

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Il cinema è sempre stato il mio sogno privato", mentre "cercare di essere italiani è il sogno di molti americani". Parola di Damien Chazelle, regista e sceneggiatore americano, in questi giorni a Bologna per presentare il suo film Babylon, questa sera nel cinema sotto le stelle di Piazza Maggiore, per la chiusura del festival Il cinema Ritrovato.
    "Ho cominciato come tutti i bambini guardando i film di animazione della Disney, Cenerentola e Peter Pan i primi, ma da subito ho capito che avrei fatto cinema - ha spiegato Chazelle in un incontro con il pubblico a proposito della sua vocazione da cineasta -, il problema era capire che tipo di cinema.
    Insomma, il cinema è sempre stato nel mio Dna".
    Quando aveva 13 anni, i genitori si trasferirono a Parigi e lì Damien si nutrì di cinema frequentando le sale quasi sempre da solo, guardando di tutto, anche film "non necessariamente blockbuster hollywoodiani, ma anche pellicole provenienti dall'Italia, dalla Francia o dall'estremo oriente. Neppure a Los Angeles c'è una densità di sale cinematografiche come a Parigi".
    In realtà Damien Chazelle, sollecitato dal direttore della Cineteca di Bologna, Gianluca Farinelli, ha spiegato che all'inizio voleva fare il musicista: "Il mio approccio con la musica è stato però di paura a causa della severità del mio maestro. Per lui contava solo la meritocrazia! Per quattro anni i miei idoli erano i musicisti del jazz, volevo diventare un batterista, ma poi ho capito che non faceva per me, anche se quello è stato un momento formativo molto importante".
    In seguito, Chazelle ha incontrato il suo amico compositore Justin Hurwitz, suo collaboratore abituale negli anni successivi, col quale agli inizi aveva fondato una rock band: "Dividevamo lo stesso appartamento, - ha spiegato - io scrivevo sceneggiature e lui componeva partiture. Dopo 3, 4 anni ho pensato di fare un film documentario, un musical, per il quale chiesi a Justin di comporre le musiche". Dopo queste prime esperienze, è con il film Whiplash del 2014 e soprattutto con La La Land del 2017, che Damien Chazelle è stato consacrato a livello internazionale: con il musical La La Land, Chazelle ha vinto l'Oscar per la miglior regia (divenendo a 32 anni il più giovane regista Premio Oscar), in aggiunta a miglior fotografia, miglior colonna sonora, miglior canzone per City of Stars e miglior attrice protagonista a Emma Stone.
    La sua ultima fatica, Babylon, "lavoro coltissimo, come del resto tutto il tuo cinema", - ha detto Gianluca Farinelli - pellicola ambientata nella Hollywood degli anni '20 con Margot Robbie e Brad Pitt, contiene molto del cinema italiano: "Cercare di essere italiani è il sogno di molti americani", ha spiegato ancora Chazelle davanti a un pubblico estasiato, fatto soprattutto di giovani. "Il cinema italiano è entrato in Babylon in maniera totale perché è un film in debito con La Dolce Vita di Federico Fellini, la pietra miliare da cui sono partito. È strutturato in maniera simile: allo stesso modo in cui Fellini orchestrava Roma nella Dolce vita, il mio tentativo è stato quello di orchestrare Los Angeles come un sorta di nuova Roma che compare nel deserto. In Babylon ci sono scene con tante feste e scene di folla: ebbene, nessuno meglio degli italiani ha raccontato le feste. Pensiamo a Fellini, pensiamo a Visconti o all'Eclissi di Antonioni. E dunque se La La Land l'ho fatto sulla falsa riga di un film francese, Babylon l'ho fatto come un film italiano".
   

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