#iorestoacasa e...raccontiamo cosa accade nelle mura domestiche in questo lungo periodo di quarantena. Come trascorriamo le giornate, con quali stati d'animo. Ci sono tanti aspetti che compongono il puzzle delle giornate e su #ANSALIFESTYLE vogliamo raccontarle, documentarle sia per fermare storicamente questo tempo sospeso anche per i suoi risvolti sociali e sia magari per tenerci in contatto come collettività, ispirandoci con storie e tendenze come sempre facciamo. Qui ci occupiamo di smart working al femminile
Lo smart working (e per chi non lavora c'è la grande preoccupazione per il futuro) con tutte le chat e le videochiamate dei colleghi, l'aiuto scolastico e l'accudimento dei figli, l'organizzazione della spesa tra negozi di prossimità e gli ordini on line con consegna a domicilio, gli attriti per la convivenza forzata, le ansie del momento e le relazioni familiari a distanza, magari con i genitori anziani lontani: la vita al tempo del coronavirus è cambiata per tutti certamente, ma tanto anche alle mamme italiane chiuse a casa da settimane ma certo non con le mani in mano. Alle prese con #iorestoacasa le ha fotografate FattoreMamma, che ha una decennale community molto attiva a cui si è rivolta per una ricerca dal 18 al 22 marzo, anticipata ad ANSALIFESTYLE.
Più di 4.600 mamme hanno raccontato la nuova vita che sperimentiamo in questo momento. “Ne è emerso un quadro di una vita familiare completamente ridefinita” racconta Jolanda Restano, imprenditrice, blogger e socia di FattoreMamma. Innanzitutto la preoccupazione che c’è, anche se cerchiamo di non pensarci e fare le cose giorno per giorno. C'è chi si dichiara fiduciosa, chi si sente sospesa. Le maggiori preoccupazioni delle mamme sono di gran lunga sul fronte sanitario: la paura di ammalarsi o che si ammalino le persone care è la principale (83%), ma è anche forte il pensiero per la capacità del sistema sanitario, con medici e infermieri, di riuscire a reggere l’onda d’urto (68%). C’è poi preoccupazione per le persone fragili e per l’impatto psicologico. Le vite sono, è sotto gli occhi di tutti, stravolte.
Come ci si riorganizza in famiglia? Il 67,5% delle mamme che ha risposto ha un lavoro (incluse le donne in maternità) e, se il 22% tra le lavoratrici attive ha preso un periodo di pausa – sotto forma di congedo, ferie o altro – le altre sono ancora decisamente operative. Oltre il 42% lavora da casa cercando di gestire nel contempo i figli, tra attività, compiti, gioco e benessere fisico. Sarà per questo difficile doppio (o triplo) ruolo che lo strumento maggiormente invocato per la gestione dell’emergenza è la possibilità di un congedo retribuito, richiesto dal 47% delle intervistate, per potersi occupare più agevolmente dei figli e mettere fine a riunioni digitali interrotte dal pianto dei bimbi. “In questo nuovo ménage, anche molti papà fanno la loro parte”: se il 38,7% lavora ancora fuori casa, chi è in smart working supporta equamente nella gestione dei figli (32%), ma rimane il fronte di chi delega in toto la cura dei figli alla mamma pur lavorando da casa (18%). Questa inedita situazione ha creato nuove abitudini, a partire dalla cucina all’organizzazione della dispensa, fino alla spesa. “C’è un cambio di prospettiva nella gestione dei consumi familiari, con una ricerca di ottimizzazione e senso di responsabilità” commenta Restano. Tanta fantasia e un pizzico di digitale è la ricetta per sopravvivere alla quarantena coi bambini ecco così che tra una riunione online e una sessione di ginnastica, il mantra delle mamme rimane quello di giocare con i bambini , stimolandoli in attività creative insieme come lavoretti e piccoli laboratori), cucinare, vedere cartoni o film educativi o leggere insieme o viaggiare con la fantasia magari visitando i musei online. Nella nuova routine c’è spazio anche per prendersi cura del benessere fisico proprio e dei figli e più della metà sembra riuscirci grazie anche ai tanti tutorial on line che ci fanno sperimentare yoga ma pure baby dance. Per chi ha figli in età scolare (il 22% delle rispondenti, prevalentemente frequentanti la scuola primaria) un ulteriore fronte aperto è quello dei rapporti con la scuola, i compagni e il proseguimento dell’attività didattica. Mentre l’83% dei bambini riceve i compiti da svolgere da parte delle insegnanti, il 43% segue lezioni a distanza ogni giorno o qualche volta. L’aspetto di maggior merito riconosciuto alla didattica a distanza è la continuità nella relazione con insegnanti e compagni di classe, un vero e proprio ruolo sociale. Quasi altrettanto importante è l’opportunità di prendere dimestichezza con nuovi strumenti digitali, piattaforme e app, Restare chiuse a casa, con i piccoli, senza vedere nonni e amici e senza permettere ai bambini uno sfogo fisico all’aperto in primavera è l’aspetto della gestione della vita quotidiana che viene citato, tra le risposte libere, come il più pesante, anche per i risvolti psicologici. E in cima alla lista dei desideri per l’auspicato dopo-emergenza c'è il ritorno alla normalità tra scuola e lavoro , la voglia di rivedere parenti e amici, di fare una bella gita, una cena al ristorante. Tutte attività all’insegna della normale vita quotidiana: eravamo felici e forse non lo sapevamo.