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La sentenza della Corte Suprema sull'aborto, perchè è una decisione generazionale

La sentenza della Corte Suprema sull'aborto, perchè è una decisione generazionale

Giovani con meno diritti delle madri. Mai dare per scontati i diritti acquisiti

27 giugno 2022, 13:12

di Alessandra Magliaro

ANSACheck

Abortion rights demontration in Paris © ANSA/EPA

Abortion rights demontration in Paris © ANSA/EPA
Abortion rights demontration in Paris © ANSA/EPA

Vietare il diritto all'aborto non significa eliminare gli aborti ma eliminare gli aborti legali. La pratica non scompare: cambia natura. Dove l'aborto è proibito, diventa clandestino. Le donne non cessano di essere libere, mettono a rischio la propria vita per rimanere tali. Gli americani, ma certo non solo loro, sono sotto choc per la sentenza della Corte Suprema che venerdì 24 giugno 2022 ha ribaltato il diritto costituzionale all'aborto che dal 1973 era protetto con la storica decisione Roe v Wade. 50 anni dopo, giovani generazioni in molti stati americani, che hanno immediatamente recepito la sentenza come il Texas, il Missouri, hanno meno diritti delle loro madri .
Quella della Corte Suprema è una decisione anche generazionale , anzi è il culmine di una campagna conservatrice generazionale. Il giudice di origine italiana Samuel Alito, nominato dall'ex presidente George Bush, uno degli otto altissimi membri della Corte suprema, ultraconservatore , che ha scritto l'opinione della maggioranza dei giudici, aveva delineato una strategia metodica decenni fa per ribaltare la storica sentenza. La decisione che ha fatto scendere in piazza gli americani e protestare con forza e che impegnerà il presidente americano Joe Biden a fare qualcosa per contrastare gli effetti della sentenza, a cominciare dalla difesa della pillola anti-abortiva, non è sbucata dal cilindro. Nel 2016 ad esempio Alito aveva concorso alla cancellazione di una legge antiabortista del Texas e nel 2020 insieme agli altri giudici conservatori, Brett Kavanaugh nominato da Trump e Clarence Thomas nominato da Bush ha votato contro l'estensione dei Civil Rights Act del 1964 anche alle persone gay e trans. Già l'indomani della decisione si è tornati a parlare dei viaggi tra stati che vietano l'aborto e quelli che lo permettono come la California, in ogni caso sappiamo già cosa significa o meglio cosa da sempre significa, in qualunque latitudine, non avere un diritto acquisito e dunque per tutti: chi avrà i soldi avrà la possibilità per tutti gli altri è un dramma.
 La sentenza, in questo caso specifico finirà per ridurre l'accesso all'aborto soprattutto per le donne a basso reddito e le donne nere e ispaniche che non hanno risorse per viaggiare.  Perché l'aborto illegale è molto più rischioso quando non hai i soldi per farlo nelle giuste condizioni. 
E' una sentenza generazionale si diceva ma anche nella reazione lo è: dopo le battaglie in tutto il mondo negli anni Settanta per una legge che rendesse legale il diritto della donna di abortire, dall'Italia alla Francia, all'America appunto, oggi di fronte a questa sentenza che ci riporta indietro di 50 anni sono molte le aziende che hanno deciso di pagare alle dipendenti il viaggio da uno stato all'altro, come Google e Apple e questo supporto è qualcosa di nuovo rispetto a quanto accadeva negli anni '70.
Audrey Diwan, la regista francese che un anno fa ha vinto il Leone d'oro alla Mostra del cinema di Venezia con La scelta di Anne - L'evenement, che racconta il dramma doloroso, pericoloso, durissimo di una coraggiosa ventenne universitaria francese che vuole abortire nella Francia del 1963 in un paese in cui l'aborto era ancora illegale, circondata da disprezzo e solitudine, proprio due mesi fa era stata in America per mostrare il suo film. "Ho mostrato L'evenement in diverse città degli Stati Uniti, per finire ad Atlanta. Dopo la proiezione, alcune giovani donne sono venute da me, pallide, e hanno detto: "Siamo noi, siamo le donne che moriranno".  Quando sono tornata in Francia, le loro voci hanno risuonato in me - ha detto la regista a Deadline - Non avrei mai immaginato che una democrazia così grande potesse accettarlo. Né avrei mai immaginato che una giovane donna avesse meno diritti di sua madre".
Ci suona antistorica questa decisione perchè molto spesso, troppo spesso commettiamo l'errore di dare per acquisiti i diritti, che invece drammaticamente possono essere spazzati via facendoci tornare indietro. E anche questo ha a che fare con un discorso generazionale: le giovani generazioni, parliamo di aborto ma non solo, parliamo di divorzio e di unioni civili ad esempio, danno per scontato, per acquisito un diritto, magari ignorando o sottovalutando quanto è costato a chi li ha preceduti arrivarci, ma soprattutto sottovalutando che ci potrà essere sempre un conservatore in agguato.
La decisione della corte suprema americana  colloca gli Stati Uniti in un gruppo di paesi che hanno reso più difficile l'accesso all'aborto negli ultimi decenni. Gli Stati Uniti sono solo un pezzo (anche se grande) del quadro globale sui diritti riproduttivi la Polonia e la Russia stanno facendo passi indietro ad esempio. Fortunatamente c'è chi fa progressi: l'Irlanda è arrivata ad un regolamento sull'interruzione di gravidanza solo nel 2020 e non funziona neppure troppo bene , l'Argentina anche nel 2020 e la Colombia lo ha depenalizzato solo quest'anno, 2022.

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