Un tavolo per la riforma del Card, la Convenzione tra assicuratori per il risarcimento diretto: è quanto chiede Confindustria Ancma, l'associazione nazionale ciclo motociclo e accessori, contestualmente all'approvazione da parte della Camera del ddl Concorrenza. Il provvedimento, osserva l'associazione, ha reso operativa l'estensione del meccanismo Card, a cui oggi aderiscono le imprese assicurative italiane, anche a quelle operanti in Italia con sede legale in altri Paesi europei. Da qui, "il notevole aumento dei premi a cui andranno incontro gli oltre 500mila motociclisti assicurati fuori dalla procedura Card. E anche i motociclisti assicurati nel Card già oggi pagano alcuni 'oneri di sistema' che pesano per circa il 30% sul premio assicurativo" nota Ancma. Questa prospettiva "rende necessaria un'azione di riforma del Card stesso come recentemente dichiarato anche dallo stesso presidente dell'Ivass Luigi Signorini". Il risarcimento diretto Card, introdotto nel 2007, prevede che il conducente che subisca un incidente non venga risarcito dall'assicurazione del responsabile del sinistro, bensì dalla propria: quest'ultima riceverà successivamente un rimborso forfettario dall'assicurazione del conducente che ha causato l'incidente. Un meccanismo che ha generato negli anni "effetti positivi sui premi assicurativi e, soprattutto, sui tempi del risarcimento nel settore auto". Tuttavia, come evidenziato da uno studio commissionato da Ancma all'Università Luiss e dell'andamento del mercato assicurativo, la convenzione Card "genera effetti distorsivi sulle polizze per le due ruote, perché la rigidità del meccanismo di rimborso a forfait non si adatta agli incidenti motociclistici, che presentano, tra l'altro, anche un elevato tasso di danni alla persona".
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