/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Rischio Alzheimer più alto per i calciatori a causa dei microtraumi alla testa

Rischio Alzheimer più alto per i calciatori a causa dei microtraumi alla testa

Il 50% di probabilità in più anche per altre malattie neurodegenerative

ROMA, 17 marzo 2023, 14:48

Redazione ANSA

ANSACheck

Un pallone da calcio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un pallone da calcio - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un pallone da calcio - RIPRODUZIONE RISERVATA

 I giocatori di calcio professionisti potrebbero avere un rischio più alto fino al 50% di sviluppare malattie neurodegenerative nel corso della vita. È il dato che emerge da uno studio coordinato dal Karolinska Institutet di Stoccolma e pubblicato sulla rivista Lancet Public Health. Da tempo, scrivono i ricercatori, "sono state sollevate preoccupazioni circa un potenziale aumento del rischio di malattie neurodegenerative associate al gioco del calcio". Alla base di questo aumento di rischio, spiegano, i micro-traumi subiti durante le partite che possono non dare nessun sintomo nel corso della vita. Per esempio, aggiungono, "è stato suggerito che il trauma subito colpendo ripetutamente con la testa un pallone da calcio causi neurodegenerazione, sebbene le prove di tale collegamento siano incoerenti, incomplete e controverse".

La ricerca, che arriva dopo altre di questo tipo condotte sia nel calcio sia nel football americano o nel rugby, ha studiato i dati di oltre 6mila calciatori che hanno giocato nei principali campionati svedesi tra il 1924 e il 2019. È emerso che, complessivamente, presentavano un rischio del 50% più alto rispetto alla popolazione generale di sviluppare malattie neurodegenerative. L'aumento del rischio riguardava soprattutto l'Alzheimer (+62%); per il Parkinson è stata osservata invece una riduzione del rischio (-32%), mentre non sono stati trovati legami con malattie del motoneurone, come la Sla. Il fenomeno, inoltre, non riguardava i portieri.

 Nonostante un più alto rischio di sviluppare malattie neurodegenerative, i calciatori avevano una mortalità più bassa.

Ciò "indica che la loro salute generale era migliore rispetto alla popolazione generale, probabilmente perché si mantenevano in buona forma fisica giocando frequentemente a calcio", dice Björn Pasternak, tra gli autori dello studio. "Una buona forma fisica potrebbe essere anche la ragione dietro un più basso rischio di Parkinson". 
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza