ANSAcom - In collaborazione con
Deloitte
Italiani in condizioni di fragilità e cittadini stranieri provenienti da oltre 30 Paesi colpiti da conflitti o da altre emergenze. Sono oltre 170 le persone che dall’inizio dell’anno hanno trovato assistenza sanitaria nell’ambito della fase pilota del progetto San Bartolomeo. Il progetto, realizzato dall’Ospedale Gemelli Isola Tiberina in collaborazione con la Comunità di Sant'Egidio e con Deloitte e Fondazione Deloitte, è stato presentato oggi a Roma ed ora entra nella fase operativa.
“Il progetto San Bartolomeo vuole essere l’espressione chiara dei valori di umanità, accoglienza e ospitalità che, da sempre, muovono coloro che operano nell’ambito della sanità cattolica”, ha dichiarato Paolo Nusiner, presidente del Gemelli Isola Tiberina.
Il progetto vuole rispondere a un bisogno di salute insoddisfatto che affligge fette sempre più ampie della popolazione: “Nell’ascolto delle persone che si sono rivolte ai centri della Comunità di Sant’Egidio abbiamo rilevato un bisogno di informazione e di aiuto relativo alla salute”, ha afferma Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio. “Molti tra loro non avevano avuto accesso ai servizi sanitari da molto tempo e presentavano diverse patologie, anche gravi, non adeguatamente trattate. È quindi assolutamente necessario sostenere e accompagnare chi è più fragile nel suo percorso di cura”.
Il progetto ora punta ad ampliare la gamma dei servizi clinico-assistenziali e aumentare la platea dei beneficiari.
“Vogliamo affrontare le grandi sfide sociali del nostro tempo attraverso iniziative concrete”. ha sottolineato Fabio Pompei, CEO di Deloitte Italia. “Con la partecipazione al Progetto San Bartolomeo il nostro network ribadisce questo impegno, puntando a promuovere un equo accesso a cure di qualità per tutti”.
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