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ANSAcom - In collaborazione con Novartis
Legarsi in maniera precisa ed estremamente selettiva alle cellule tumorali, per poterle colpire con radiazioni terapeutiche e causarne la morte, senza danneggiare le cellule sane. È la strategia della terapia con radioligandi: precisa perché colpisce in modo mirato le cellule malate, personalizzata perché ogni paziente riceve un farmaco preparato appositamente e per il quale viene attivata una catena organizzativa che garantisce la consegna entro 72 ore dalla produzione. Un’innovazione con un grado di selettività terapeutica superiore alla chemioterapia e all’immunoterapia e che nasce in Italia dalla ricerca di Stefano Buono, il quale nel 2002 ha fondato una start up per portare su scala industriale un brevetto sviluppato negli anni passati al Cern. Si tratta di Advanced Accelerator Applications (AAA), ora parte del Gruppo Novartis, che ha sviluppato le prime terapie con radiofarmaci a base di Lutezio 177 e che si pone come pioniera di questo nuovo strumento terapeutico, per i tumori neuroendocrini e quello prostatico metastatico . ”La terapia con radioligandi - rileva Marco Maccauro, dell’Istituto Nazionale Tumori Milano - ha un grado di selettività superiore alle altre terapie sistemiche oncologiche. Inoltre, il profilo di sicurezza e la tollerabilità sono elevati poiché il radiofarmaco si lega quasi esclusivamente alle cellule malate e le radiazioni hanno effetto su aree molto circoscritte“. Nel 2022 è stata approvata negli Usa e in Europa la prima terapia con radioligandi, a base di Lutezio vipivotide tetraxetan, indicata per il carcinoma prostatico progressivo metastatico resistente alla castrazione e PSMA-positivo la cui rimborsabilità e quindi disponibilità in Italia è prevista per il 2024. “Più dell’80% dei pazienti con carcinoma prostatico metastatico-rileva Marcello Tucci, Direttore della struttura di Oncologia dell’Asl di Asti -esprimono l’antigene di membrana specifico della prostata bersaglio terapeutico di questa terapia. Potranno beneficiare quindi di una nuova opzione di trattamento”. I dati dello studio di fase III VISION evidenziano che i pazienti che hanno ricevuto Lutezio vipivotide tetraxetan più il miglior standard di cura mostravano una riduzione del 38% del rischio di morte e una riduzione statisticamente significativa (60%) del rischio di progressione radiografica della malattia o di morte.La terapia con radioligandi a base di Lutezio è impiegata anche nel trattamento del tumore neuroendocrino nel tratto gastro-entero-pancreatico, indicazione per la quale Novartis ha ottenuto nel 2017 l’approvazione dell’Ema. Oggi il trattamento è adottato in 33 Centri in Italia. Ciò ha spianato la strada a studi clinici che stanno investigando l’efficacia in diversi tipi di tumore, come quello di seno e polmoni.
ANSAcom - In collaborazione con Novartis
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