La fragilità fisica va spesso di pari passo con l'invecchiamento ma non ne è una necessaria conseguenza. Uno studio dell'Università di Singapore mostra che alimentazione, esercizio fisico e mentale possono invertire il processo.
Gli anziani fisicamente fragili rispetto a coetanei robusti hanno otto volte più probabilità di essere cognitivamente compromessi. Inoltre, hanno da due a dieci volte più probabilità di essere inattive nelle attività della vita quotidiana. E quando la fragilità fisica e la disfunzione cognitiva sono presenti contemporaneamente c'è più di 20 volte la probabilità che la persona sia disabile, ricoverata in ospedale o muoia prima. Il team ha condotto uno studio tra il 2010 e il 2013, coinvolgendo 250 persone di età superiore a 65 anni e che mostravano segni di fragilità. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale, per un periodo di sei mesi, a cinque gruppi: uno ha eseguito formazione fisica, uno ha migliorato la nutrizione, uno ha fatto formazione cognitiva, un quarto gruppo ha ricevuto una combinazione di tutti e tre gli interventi e il quinto gruppo non ne ha ricevuto alcuno. Le valutazione dei partecipanti sono stati fatte prima dell'inizio dell'intervento, quindi dopo tre mesi e sei mesi dall'inizio e sei mesi dopo la sua conclusione. I ricercatori hanno scoperto che i tre tipi di approccio, così come una combinazione di tutti e tre, sono stati in grado di ridurre la fragilità e i sintomi depressivi e migliorare il funzionamento cognitivo degli anziani.
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