Non c'è traccia, nel testo della Legge di Stabilità, del contributo straordinario per l'Istituto Europeo di Ricerca sul Cervello (Ebri) voluto e fondato da Rita Levi Montalcini. "Ciò porta al rischio di chiusura", rilevano i ricercatori dell'Istituto, che hanno lanciato un Sos al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
"Rivolgiamo un appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, perché intervenga con la Sua autorevolezza affinché il Parlamento discuta ed approvi un emendamento alla legge di bilancio che mantenga in vita l'Ebri", hanno detto il presidente della fondazione Ebri, Antonino Cattaneo, e il direttore generale Giuseppe Nisticò.
E' così in forse la sopravvivenza dell'istituto di ricerca che era stato il sogno di Rita Levi Montalcini, Nobel per la Medicina nel 1986 che vedeva nella nascita di questo centro di ricerca internazionale il luogo ideale per condurre le ricerche più avanzate sulle neuroscienze e per sviluppare lo studio della scoperta del fattore di crescita delle cellule nervose, premiata con il Nobel.
Fin dall'epoca della sua fondazione, nel 2002, l'Ebri è stato un centro di ricerca di livello internazionale e del suo comitato scientifico hanno fatto parte cinque Nobel. Tra le ricerche di punta, quelle su malattie molto comuni e dall' impatto sociale drammatico, come Alzheimer e Parkinson, dolore cronico, autismo e malattie degenerative degli occhi.
E' ormai scaduto il finanziamento di due milioni l'anno per anni finora stanziato, dalle Leggi di Bilancio degli ultimi anni per l'Ebri, ha detto all'ANSA il presidente della Fondazione Ebri, Antonino Cattaneo. "I costi vivi delle ricerche che facciamo all'Ebri - ha rilevato - sono finanziati da progetti di ricerca europei o americani, o anche italiani con la fondazione Telethon. Tuttavia questi consentono di coprire solo i costi vivi della ricerca. I fondi pubblici servono per i costi relativi alle strutture e al funzionamento, per il rinnovo e la manutenzione degli strumenti e per il cofinanziamento dei progetti".
Questo, ha aggiunto Cattaneo, "è quello che l'Ebri farà con i fondi pubblici: sono la precondizione perché possa svolgersi la ricerca. Senza questi, se anche vincessimo 20 milioni per i nostri progetti, non saremmo in grado di svolgere la nostra attività di ricerca".
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