Via libera alla progettazione e realizzazione di Andes, uno strumento di altissima tecnologia che sarà installato sul più grande telescopio al mondo, l'Extremely Large Telescope in costruzione in Cile, per cercare segni di vita su altri pianeti, studiare le prime stelle, testare le variazioni delle costanti fondamentali della fisica e misurare l'accelerazione dell'espansione dell'universo, uno degli enigmi ancora insoluti dell’astrofisica.
Lo stabilisce l'accordo firmato dal direttore generale dell'Osservatorio europeo meridionale (Eso) Xavier Barcons e da Roberto Ragazzoni, presidente dell'Istituto Nazionale di Astrofisica a capo del consorzio Andes, formato da istituti, università ed enti di ricerca di 13 Paesi.
Andes (ArmazoNes high Dispersion Echelle Spectrograph) sarà un sofisticato spettrografo con prestazioni senza precedenti nelle osservazioni in luce visibile e nel vicino infrarosso: in combinazione con il potente sistema di specchi ed ottica adattiva di Elt, consentirà enormi passi in avanti nello studio dell’universo.
Il contributo di Inaf ad Andes, oltre alla responsabilità di gestione manageriale e ingegneristica del progetto a livello di sistema e di sviluppo software (con le sedi coinvolte di Trieste per il management, Milano per l’ingegneria del sistema e Bologna per la parte di collegamento scientifico), copre anche la progettazione e la successiva realizzazione opto-meccanica e software di alcuni moduli che compongono Andes. In particolare, la sede Inaf di Firenze, con i contributi di quelle di Trieste e Brera, è responsabile sia del collegamento in fibra ottica che consentirà il passaggio della luce tra i vari moduli di Andes sia del modulo di ottica adattiva. Oltre all’aspetto tecnologico, quello scientifico vede la partecipazione di ricercatori di quasi tutte le sedi Inaf, con quella di Trieste responsabile anche del coordinamento del pacchetto scientifico che studierà le galassie ed il mezzo intergalattico.
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