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Terremoto Marche, 220 le scosse finora registrate dall'Ingv
L'INGV crea l'animazione delle onde sismiche - VIDEO
11 novembre 2022, 11:49
Redazione ANSA
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Le onde sismiche del terremoto. In blu il movimento del suolo verso il basso, in rosso il movimento verso l’alto. Fonte Ingv - RIPRODUZIONE RISERVATA
Prosegue la sequenza sismica al largo della costa delle Marche, che ha avuto inizio ieri con il terremoto di magnitudo 5.5 registrato alle 7,07: secondo gli ultimi dati rilasciati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), sono 220 i terremoti registrati alle 10 di mattina. L’ultima scossa è stata registrata alle 8:51 con magnitudo 2,2. Tra le 220 scosse di assestamento, o aftershock, la più forte è quella registrata appena un minuto dopo la scossa principale, alle 7:08 del 7 novembre con magnitudo 5,2.
L’epicentro della sequenza sismica è localizzato tra la provincia di Pesaro-Urbino e quella di Ancona, nella stessa area in cui è avvenuto il primo terremoto: quest’ultimo, il più forte, ha avuto origine a circa 31 chilometri dalla città di Fano e a 35 chilometri da Pesaro, ad una profondità di 7 chilometri al di sotto del mare.
La fascia costiera e marina al largo delle Marche è una zona sismica che si inserisce nella placca adriatica, una struttura geologica che, all’interno del Mare Adriatico, parte dalla Puglia per arrivare fin sotto le Alpi orientali. Il sisma è stato prodotto da una faglia di compressione: si tratta, cioè, di una faglia in cui i due blocchi contrapposti vengono spinti l’uno contro l’altro, e quindi una delle due parti risale rispetto all’altra. Si crea così un accavallamento di strati rocciosi. È l’opposto di quello che avviene nell’Appennino, dove invece le faglie sono di distensione, provocate da forze che allontanano i due blocchi.
L'INGV ha creato una animazione della propagazione delle onde della scossa principale.
Le due scosse più forti sono state quella delle 7,07 e quella avvenuta pochi minuti dopo, alle ore 7,12, di magnitudo 4.0. Il terremoto è stato avvertito in un’area molto vasta lungo la costa adriatica, dal Friuli Venezia-Giulia alla Puglia.
Il Catalogo dei Terremoti Italiani evidenzia, nelle vicinanze dell’epicentro dell’evento di oggi, alcuni terremoti di magnitudo intorno a 5.0, come quello del 30 ottobre 1930 nei pressi di Senigallia (magnitudo 5.8), il più significativo della costa settentrionale marchigiana avvenuto nel Novecento.