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Huawei: Furcas, l'Italia ha retto, non è cambiato nulla

Huawei: Furcas, l'Italia ha retto, non è cambiato nulla

Mercato italiano il meno colpito dai timori del bando Usa

ROMA, 10 luglio 2019, 13:28

Redazione ANSA

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Furcas, "I nostri dispositivi funzionano, sia quelli già in circolazione sia quelli che stanno arrivando sul mercato", - RIPRODUZIONE RISERVATA

Furcas,  "I nostri dispositivi funzionano, sia quelli già in circolazione sia quelli che stanno arrivando sul mercato", - RIPRODUZIONE RISERVATA
Furcas, "I nostri dispositivi funzionano, sia quelli già in circolazione sia quelli che stanno arrivando sul mercato", - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Laura Giannoni)

Huawei resta in campo e non se ne andrà. Per l'azienda, e soprattutto per i suoi clienti, "non è cambiato assolutamente nulla", nonostante sia finita nel mirino degli Usa. A dar "fiato alle trombe", per la prima volta autorizzato a parlare da quando è iniziato il conflitto tra il colosso cinese e Donald Trump, è Pier Giorgio Furcas, deputy general manager di Huawei in Italia.
L'occasione è il lancio del primo smartphone 5G del colosso cinese, il Mate 20 X 5G. Furcas, intervistato dall'ANSA, non lesina rassicurazioni ai consumatori e spiega che l'Italia è stato il Paese a pagare lo scotto minore nella guerra commerciale tra Washington e Pechino. "E stiamo già recuperando".
"I nostri dispositivi funzionano, sia quelli già in circolazione sia quelli che stanno arrivando sul mercato, come lo smartphone pieghevole, il Mate X che - assicura - "arriverà nei negozi a settembre". Tutti manterranno a bordo i servizi di Google, le app, riceveranno aggiornamenti del sistema operativo e di sicurezza.
Proprio su questo si erano concentrati i timori degli utenti all'indomani di quella che Furcas definisce la "data fatidica": quel 20 maggio scorso quando gli Stati Uniti hanno inserito Huawei nella lista nera del commercio che impedirebbe alle aziende statunitensi di vendere prodotti a all'azienda cinese. Un bando mai entrato in vigore - c'è stata una proroga iniziale di 3 mesi - e che forse non sarà mai realtà.
In questo senso vanno infatti le parole pronunciate da Donald Trump al G20 giapponese di fine giugno, dove ha dichiarato che Huawei potrà comprare da aziende Usa. "Le affermazioni di Trump hanno stemperato il clima, e confermato la serenità che le imprese americane hanno avuto con Huawei", dice Furcas. "Noi abbiamo continuato a lavorare con Google, non si è interrotto nulla".
I timori dei consumatori hanno avuto sicuramente un impatto sulle vendite su scala globale. In attesa dei dati degli analisti sul secondo trimestre, Furcas sottolinea che l'Italia è stato il Paese che ha subito "l'impatto minore". Ad aprile Huawei aveva il 29% del mercato italiano degli smartphone (il 23% nella fascia sopra i 600 euro). "A fine maggio e giugno c'è stata una flessione, ma abbiamo iniziato subito a recuperare. È stata una fiammata. Nel giro di un paio di settimane, massimo un mese, torneremo ai livelli di aprile", assicura il manager. "Abbiamo perso per strada una piccola parte dei consumatori. Ora li riportiamo a bordo. Chiudiamo questa parentesi e ricominciamo".

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