Mark Zuckerberg dice che non si deve più scusare anche per cose che non ha fatto. Nel corso di un evento a San Francisco, riflettendo sugli errori della sua carriera, ha affermato che il più grande è stato un "errore di calcolo politico" che ha descritto come un "errore di 20 anni".
Nello specifico, come riporta il sito specializzato TechCrunch, ha detto di essersi preso troppa responsabilità per problemi presumibilmente fuori dal controllo di Facebook. "Alcune delle cose che sostenevano che stessimo facendo o di cui fossimo responsabili, in realtà non credo che lo fossimo", ha spiegato. Tra le critiche che gli sono state mosse negli anni, il ruolo di Facebook nelle elezioni politiche di Donald Trump nel 2016 e lo scandalo privacy di Cambridge Analytica.
Uno dei nomi più in vista della Silicon Valley che mostra anche un cambio di look - riccioli, catena d'oro e t-shirt disegnata da lui - ha spiegato al pubblico dello Chase Center come gli eventi degli ultimi anni abbiano cambiato la sua prospettiva su leadership, politica e sviluppo del prodotto.
Ora, ha spiegato Zuckerberg, ha trovato il giusto equilibrio sulle questioni politiche, senza aggiungere molto di più. Ad agosto, l'amministratore delegato di Meta ha inviato una lettera ai repubblicani della Camera statunitense chiedendo scusa per aver censurato la disinformazione sul Covid-19 nel 2020 e per essersi piegato alle richieste dell'amministrazione Biden.
Zuckerberg ha poi spiegato di voler realizzare più prodotti come i visori a realtà aumentata e virtuale e intensificare gli sforsi sull'intelligenza artificiale open source di Meta. Gli è stato anche chiesto se si fosse pentito di aver chiamato la società Meta, un salto verso il metaverso. "Meta è un buon nome", ha semplicemente risposto. (
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