Un colloquio disteso, in cui c'è stato spazio anche per una chiacchierata sulla realtà virtuale e un tour agli edifici disegnati da Frank Gehry. Facebook tende la mano incontrando i conservatori americani dopo la polemica scoppiata in piena campagna presidenziale. Pesanti le accuse piovute sul social network: censura delle notizie che riguardano la destra politica nei Trending Topics della piattaforma, una sezione che in Italia non è attiva.
"Voglio fare tutto il possibile per assicurare che i nostri team mantengano l'integrità dei nostri prodotti. E' importante che Facebook rimanga una piattaforma per tutte le idee", ha scritto pubblicamente Mark Zuckerberg dopo l'incontro. E' stato organizzato dopo l'intervista del blog Gizmodo ad un ex curatore della sezione Trending Topics, che ospita le notizie di tendenza della piattaforma: ha rivelato che il social network penalizza quelle di stampo conservatore. Testimonianza rafforzata da un report del Guardian che mostrava come i 'trend' erano frutto di scelte editoriali e non di un algoritmo. Il senatore repubblicano John Thune ha chiesto spiegazioni; Zuckerberg ha teso la mano avviando un'inchiesta interna e poi organizzando la riunione a Menlo Park. Nel quartiere generale di Facebook si sono presentati una quindicina di rappresentanti del mondo conservatore tra cui l'ex portavoce di Bush, Dana Perino; il presidente dell'Heritage Foundation, Jim DeMint; Arthur Brooks dell'American Enterprise Institute; l'opinionista S. E. Cupp, lo stratega digitale Zac Moffat; e soprattutto Barry Bennett, consigliere di Donald Trump.
"Trump ha più fan rispetto a qualsiasi altro candidato alla presidenza. E Fox News guida più interazioni sulla sua pagina di qualsiasi altra notizia in tutto il mondo. E' importante che Facebook rimanga una piattaforma per tutte le idee e che continuiamo a dare una voce ad ogni persona", ha sottolineato Zuckerberg consapevole che i conservatori "sono sempre stati una parte importante di Facebook" e che di conseguenza non può rischiare una fuga dal social di utenti di opinioni conservatrici, monetizzabili con pubblicità e potenziali partnerhip.
"Facebook è l'unico big della tecnologia disponibile ad una conversazione con noi. E' nata in una circostanza stimolante, ma credo che la Silicon Valley debba andare avanti in questo tipo di impegno", ha detto Zac Moffatt dopo l'incontro, come riporta il New York Times.
Un paio di mesi fa uno scoop dell'Huffington Post rivelò di un incontro segreto di big della Silicon Valley, tra cui Google, Apple e Tesla per per mettere in campo una strategia per fermare la corsa di Trump. Mentre da alcune recenti interviste della Cnbc rivolte a manager e dipendenti dell'industria tecnologica americana, è emersa una chiara propensione per i candidati democratici. Dal settore hi-tech Trump ha ricevuto solo 19mila dollari a fronte dei 7 milioni di dollari incassati dai candidati democratici con Bernie Sanders in testa.
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