ROMA - La perfezione senza deroghe in cucina, risotto in foglia d'oro e zafferano è la sua ricetta più famosa; l'anticonformismo nella vita e professione. Così è stato Gualtiero Marchesi al culmine della sua carriera.
Un Maestro per tanti talenti ai fornelli, dai cuochi e pasticceri allievi dell'Alma, la Scuola internazionale di cucina italiana a Colorno (Parma) di cui è stato fondatore e Rettore, ai Marchesi Boys (Cracco, Berton e Oldani, solo per restare nel milanese), agli chef italiani di successo nel mondo dell'associazione Le Soste, di cui Gualtiero è stato uno dei fondatori.
Un rivoluzionario nel successo, dal celeberrimo "No" alle Tre Stelle Michelin, in contestazione ai criteri di valutazione della guida rossa, al panino d'autore per McDonald's, alla battaglia per il diritto d'autore del piatto fino al visionario progetto della casa di riposo per accogliere cuochi a fine carriera, che sarà inaugurata a Varese nell'autunno 2018. Nonostante gli 87 anni compiuti, Marchesi si è dimostrato fino all'ultimo molto attivo sui social: "Non sempre le cose semplici sono le migliori, ma sempre le cose migliori sono le più semplici" ha puntualizzato su Twitter due settimane fa replicando ad un commento online. Una verve da pasionario della cultura gastronomica dimostrata nelle indimenticabile lezioni agli allievi degli istituti alberghieri a Montecatini, nell'edizione 2016 di Food and Book, e a Senigallia dove Marchesi, come ricorda il sindaco Maurizio Mangialardi, fu protagonista di una lectio magistralis nell'istituto Panzini.
''Un esempio per tutti'' ha commentato, sempre dalla cittadina marchigiana, lo chef Moreno Cedroni.
''Maestro per tanti, padre - scrive Gennaro Esposito su Twitter - di tutta l'alta cucina italiana. E' amaro l'addio allo chef Gualtiero Marchesi, il mentore di tutti noi, difensore della nostra identità culinaria, straordinario interprete dell'Italia ai fornelli. Un grande onore averlo conosciuto".
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