L'Italia si classifica 15/ma alle
finali del Bocuse d'Or, celebrate in una due giorni all'ultimo
mestolo a Lione, in Francia, e a fine gara il suo alfiere, lo
chef pugliese Martino Ruggieri, annuncia ''ora mi riprendo la
vita''.
''Il Bocuse d'Or - commenta Ruggieri - è una lezione di vita; ti
consente di prendere le misure della tua personalità e del tuo
carattere, inteso come forza e determinazione, e ti da la
possibilità di crescere nel confronto. Prepararsi per il Bocuse
vuol dire mettere da parte la propria vita, personale e
professionale, per due anni. Si lavora per rendere meccanici dei
movimenti che devono tendere alla perfezione e a minimizzare gli
errori; si impara a lavorare in team perché ogni gesto, ogni
movimento deve essere calibrato in un equilibrio perfetto. Lione
- sottolinea - è stata una scarica di adrenalina. Il tempo,
quelle 5 ore e 35 minuti, è volato mentre con Curtis e Francois,
eravamo concentrati senza neanche riuscire a sentire quello che
accadeva intorno. In Italia, però, c'è ancora tanto da fare per
creare il sentimento e l'interesse intorno a questo percorso
umano e professionale. È importante capire - conclude - che il
Bocuse d'Or non è il concorso del candidato, ma di un paese
intero. Sarebbe bello che il prossimo candidato potesse contare
sul supporto dei grandi cuochi italiani, come avviene nei paesi
nord europei e in Francia''.
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