"Era nel posto sbagliato al momento sbagliato...". Renato Rosi, lo zio di Andrea Zamperoni, si spiega così quanto accaduto al nipote. Lo chef di Cipriani Dolci è stato trovato morto giovedì sera avvolto in una coperta al primo piano di un ostello nel Queens, a New York, a pochi isolati da casa sua. Un posto mal frequentato e conosciuto dalla polizia per i suoi giri di droga e prostituzione. Solo dall'inizio dell'anno il 911, l'omologo del 113 italiano, è stato chiamato per ben 25 volte dal Kamway Lodge, dove sono stati effettuati almeno due arresti.
La famiglia di Zamperoni chiede chiarezza sull'accaduto. Le indagini sono in corso, ma al momento la causa del decesso non è ancora nota: servirà un'autopsia per chiarire quando e come è morto Zamperoni, di cui si erano perse le tracce da sabato scorso. Sul suo corpo non sarebbero stati rinvenuti segni di violenza. Le videocamere di sicurezza dell'ostello hanno ripreso mercoledì notte, quando è intervenuta la polizia dopo una telefonata anonima, gli agenti in azione e una donna ammanettata che veniva portata via. Ma non è chiaro se i fatti siano collegati.
Secondo indiscrezioni, ad accogliere la polizia e indicare loro il corpo sarebbe stata propria una donna, in quel momento tutta nuda. I funerali di Andrea, una volta ultimata l'autopsia e sbrigate le pratiche per il rientro della salma, si svolgeranno in Italia, a Lodi, dove il sindaco di Casalpusterlengo (Lodi), Elia Delmiglio, ha deciso che proclamerà il lutto cittadino nella giornata dell'ultimo addio al giovane.
"La madre e il padre attenderanno qui la salma", dice lo zio dello chef, spiegando come solo il fratello gemello di Andrea è in questa ore a New York, dove lo sta per raggiungere sua moglie. Insieme si muoveranno per riportare a casa la salma e tenere i contatti con le autorità locali che stanno accertando quanto accaduto. Straziata dal dolore Oriella Ave Dosi, la mamma di Zamperoni, ha formalizzato la denuncia sulla morte del figlio che sarà trasmessa alla Procura di Lodi nell'ambito dell'indagine aperta sul caso.
Un'indagine che il procuratore della Repubblica, Domenico Chiaro, ritiene un "atto dovuto" che "consente di chiedere ufficialmente informazioni all'autorità competente estera per capire meglio cosa è successo, se c'è un reato e se è perseguibile anche in Italia. L'apertura del fascicolo "è un primo passo obbligato, come classicamente avviene in questi casi, per ora con finalità solo conoscitiva da parte nostra".
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