"Il confronto tra esemplari di tarassaco russo ad alta e a bassa produzione di gomma - spiega il ricercatore dell'Enea Paolo Facella - ha dimostrato che la quantità sintetizzata è influenzata in maniera consistente dalla sintesi di altri metaboliti nella radice (come alcuni terpeni e fenilpropanoidi), che risultano essere in competizione con essa". "Intervenendo geneticamente sulla produzione di questi metaboliti - evidenzia - sarà quindi possibile migliorare la resa in gomma naturale".
I risultati dello studio potranno essere sfruttati per ottenere piante di tarassaco russo con un'aumentata capacità produttiva di caucciù su larga scala, da utilizzare ad esempio nella produzione di pneumatici. In questa direzione si stanno muovendo - sottolinea l'Enea - anche alcuni colossi del settore come la Continental, che ha annunciato un progetto innovativo per avviare dal 2020 la produzione in Germania di tarassaco russo con radici della dimensione di una barbabietola. A livello scientifico è coinvolto l'Istituto Fraunhofer, mentre le coltivazioni sperimentali su campi-prova saranno affidate ad agricoltori bavaresi e sassoni.
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