Sos caldo negli alveari italiani dove le alte temperature stressano le api limitando l'attività di raccolta del polline e aggravano una situazione che nell'ultimo anno ha visto dire addio a un vaso di miele italiano su tre proprio per effetto dei cambiamenti climatici. E' quanto emerge da un'analisi Coldiretti in occasione della Giornata mondiale delle api proclamata dall'Onu. L'organizzazione agricola segnala che tre colture alimentari su quattro dipendono in una certa misura per resa e qualità dall'impollinazione dalle api.
In media una singola ape - precisa - visita in genere circa 7000 fiori al giorno.
L'organizzazione agricola sottolinea che se la siccità penalizza le fioriture limitando la disponibilità del polline, il caldo incide sulla stessa attività delle api che - spiega Coldiretti - riducono la produzione di miele. Il risultato delle bizzarrie climatiche - precisa - è un raccolto Made in Italy al di sotto dei 12,5 milioni di chili, tra i più bassi degli ultimi decenni, mentre le importazioni di prodotto dall'estero sono ulteriormente aumentate in quantità del 22% nei primi due mesi del 2022, secondo un'analisi Coldiretti su dati Istat, dopo che nel 2021 avevano raggiunto il valore di 24 milioni di chili (+15%).
Secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati del rapporto dell'Osservatorio nazionale miele, in Italia ci sono 1,5 milioni di alveari curati da circa 73mila apicoltori dei quali oltre 2 su 3 sono hobbisti che producono per l'autoconsumo. Nel nostro paese si consuma circa mezzo chilo di miele a testa all'anno, sotto la media europea di 600 grammi, ma un terzo rispetto alla Germania. Con la giornata delle api, Coldiretti da' notizia dell'arrivo dei primi alveari tecnologici, utili ad assicurare un controllo in tempo reale dell'attività nelle arnie ma anche un biomonitoraggio ambientale. La tecnologia è stata presentata a Roma in collaborazione con gli esperti del Crea Agricoltura e Ambiente.
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