"Grazie a 255 milioni di euro di vendite del 2017 - ha aggiunto - oggi l'Italia è il principale fornitore con una quota di mercato del 29%, ma ci sono ancora ampi margini per migliorare.
Per farlo servono promozione strutturata e programmi educational mirati sui nostri prodotti vitivinicoli: quello che Vinitaly fa in Russia dal 2004". Nei primi 8 mesi di quest'anno l'import vitivinicolo russo è aumentato a valore del 3,3% a fronte di +1% dell'export italiano verso la Federazione russa che ha visto un leggero rallentamento dei vini fermi (-2%), parzialmente compensato da un +7,5% degli spumanti. Lo scorso anno la Russia ha chiuso al 10° posto tra i top-importer mondiali, per un controvalore di 880 milioni di euro (+33% sul 2016). "Il plauso per i risultati fin qui raggiunti - ha commentato l'ambasciatore d'Italia a Mosca, Pasquale Terracciano - va a Veronafiere, ai produttori italiani e ai distributori russi. A tutti loro il merito di continuare a lavorare per far crescere la diffusione del nostro vino, puntando sul valore aggiunto di tradizioni e territori unici apprezzati in tutto il mondo". Dopo Mosca, il tour di Vinitaly domani fa tappa a San Pietroburgo, con un evento b2b serale che coinvolge produttori italiani e una rappresentativa commerciale russa. Protagonisti della cena di lavoro, venti differenti vini, in rappresentanza di tutte le regioni italiane. L'iniziativa è stata pensata anche per celebrare la concomitanza della Settimana della cucina italiana nel mondo in programma fino al 25 novembre.
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