"Bar e ristoranti rappresentano l'anello finale di una filiera all'interno della quale lavorano migliaia di imprese" sottolinea Massimo Sagna, presidente di Club Excellence, secondo il quale "i pubblici esercizi in generale, ma in particolare coloro che somministrano cibi e bevande, sono tra le categorie più discriminate in questo momento, nonostante siano state tra le prime ad adeguarsi alle disposizioni e normative messe in campo per il contenimento della diffusione del virus Covid-19".
E, lamenta Sagna, "i grandi investimenti e i sacrifici di cui tutto il settore Horeca si è fatto carico sin dallo scorso giugno - riduzione del numero dei coperti, distanziamento tra commensali, riorganizzazione di spazi e strutture - oggi vengono completamente azzerati e, di fatto, si rischia di condannare alla definitiva chiusura migliaia di attività di questo settore".
"Non possiamo condividere questa decisione, frutto di mancanza di programmazione e visione a lungo termine - conclude - nell'affrontare un'emergenza che dura da più di 8 mesi e che, molto probabilmente, non vedrà la sua fine nel volgere di un breve periodo".
"Il Dpcm attuale crea una discriminazione - lamenta inoltre - nei confronti di un settore evidentemente considerato non solo superfluo e non necessario, ma quasi, a torto, una delle principali fonti del contagio. I contributi e i sostegni economici a fondo perduto che il governo ha intenzione di predisporre non possono rappresentare una soluzione e rischiano di non sortire gli effetti desiderati, vale a dire la sopravvivenza di un comparto condannato all'estinzione proprio da chi vorrebbe aiutarlo".
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