Non solo barbatelle (Nebbiolo, Sangiovese e Aglianico) ma anche sei bottiglie di vino di due differenti annate (Brunello di Montalcino Riserva 2006 e 2015 per Biondi-Santi, Piano di Montevergine 2012 e 2015 per Feudi di San Gregorio, Barolo Sperss 1988 e 2017 per Gaja) sono state consegnate dai produttori aderenti all'iniziativa "vino nello spazio" presentata ieri a Roma da Fondazione italiana sommelier (Fis) e Agenzia italiana spaziale (Asi) e finalizzata a esperimenti scientifici in microgravità e allo studio delle potenzialità della coltivazione delle piante nello spazio. Per ciascuna annata di vino in bottiglia in orbita sulla Stazione Spaziale internazionale sarà studiata la sua conservazione sperimentale a 400 chilometri di altezza a una velocità al suolo di oltre 28mila chilometri all'ora. Il progetto prevede che "un'altra bottiglia di ciascuna annata sarà esaminata dal Gabinetto di Analisi dell'Agenzia Spaziale Italiana prima del viaggio nello spazio e l'ultima bottiglia sarà custodita presso la Fondazione Italiana Sommelier per la comparazione dopo il viaggio di ritorno".
L'intento, sottolineano i responsabili dell'iniziativa, "è quello di valutare il potere di invecchiamento dei vini nello spazio e indagare sulle variabili di conservazione delle annate più recenti rispetto a quelle più mature di ciascun vino, in aperto confronto con la straordinaria longevità che le contraddistingue sulla terra".
Una nota segnala che i tre produttori coinvolti - Giampiero Bertolini, Antonio Capaldo e Angelo Gaja - nel ringraziare Franco Maria Ricci, presidente della Fondazione Italiana Sommelier, per aver scelto le loro realtà, credono fermamente che questa iniziativa meriti di essere esaltata per l'innovazione di pensiero nel mondo enologico internazionale.
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