(di Luciano Fioramonti)
C' è l'idea e la mano di due
musicisti stranieri nei festival di Montepulciano e Pietrasanta
che si distinguono nell' ingorgo estivo di appuntamenti con la
classica programmati a luglio in Toscana. Proporre il repertorio
cameristico con ospiti prestigiosi di ogni nazionalità tra le
bellezze della Val di Chiana e nel borgo a pochi chilometri
dalla costa è il motivo che accomuna la sfida lanciata ormai
cinquanta anni fa da Hans Werner Henze con il ''Cantiere
Internazionale d' arte'' e, trenta anni dopo, da Michael Guttman
con ''Pietrasanta in Concerto''. Nel clima politicamente
infuocato degli anni Settanta, il musicista tedesco contestato
per la militanza comunista e il suo essere gay lasciò la
Germania per stabilirsi in Italia, nei Castelli Romani. Henze si
innamorò di Montepulciano aprendovi una scuola di musica e nel
1976 lanciò l' utopia di un festival 'popolare e orizzontale'
con musicisti mossi solo dalla passione, pronti a esibirsi senza
compenso con la contropartita di viaggio e ospitalità. "La città
mi aveva offerto l'occasione di sperimentare alcune mie idee
sulla didattica creativa e sulla democratizzazione della cultura
civica - disse il musicista, morto nel 2012 -. Sentii che andava
stuzzicata la curiosità della popolazione verso l'arte, e questo
li avrebbe portati ad una sorta di appetito artistico. Ho
ragione di sperare che un giorno Montepulciano sarà un posto
dove la musica è di casa, così come le altre arti, e nessuno
sentirà più l'esigenza di andarsene". Così è stato, visto che
gli artisti fanno la fila per partecipare e tutto il paese viene
coinvolto nella kermesse, dalla logistica alla realizzazione
dei costumi, alla partecipazione agli spettacoli. Nei 17 giorni
del festival le strade e i luoghi più belli di Montepulciano
diventano laboratorio di prove, concerti e opera lirica in un
viavai di star e nuovi talenti. La guida da questa 49/ma
edizione è passata nelle giovani mani della pianista di
Mariangela Vaccatello per la direzione artistica e del direttore
d' orchestra Michele Gamba per quella musicale, protagonisti
anche della serata finale il 28 luglio in Piazza Grande. In
cartellone venti prime assolute, quattro orchestre (Orchestra
Haydn, Orchestra della Toscana, Giovanile Italiana e Camerata
Strumentale di Prato), il pianista e direttore d'orchestra
Alexander Lonquich, l' opera in un atto di Manuel de Falla ''El
Retablo del Maese Petro'' del collettivo Anagoor, l' ouverture
per baritono e orchestra ''Imagénes errantes'' commissionata a
Stefano Pierini, Mariangela Vacatello con ''Io, Anna
Dostoevskaya'', melologo su musiche di Rachmaninov, i concerti
per organo e orchestra di Handel con Adriano Falcioni, l'opera
da camera di Alessandro Solbiati Il n'est pas comme nous e i
concerti di Opificio Sonoro diretto da Marco Momi.
Nel chiostro di Sant'Agostino si snoda fino al 22 luglio
all'insegna della 'Extravaganza' l' edizione n. 18 di
''Pietrasanta in Concerto'', animato dal violinista e direttore
d' orchestra belga Michael Guttman, brussellois doc e grande
collezionista di opere di Magritte. "Ho scoperto Pietrasanta
proprio per la mia passione per l'arte, dato che qui vivevano
grandi protagonisti del '900 visuale come il mio amico Botero -
ha ricordato - . Quando ho provato l'acustica del chiostro ho
capito che era perfetta per la musica da camera e per la
quantità di pubblico''. Grande musica e arte attuale, dunque,
con le sculture dell'artista coreano Eun Sun Park o per i 13
violini fatti ridisegnare da Guttman da 13 artisti
internazionali che vivono a Pietrasanta, da Ivan Thelmer a
Emanuele Giannelli, Kyung Hee Lee. ''Questa commistione fra
architetture antiche e arte visuale di oggi mi ha poi ispirato
ad aprire il dialogo fra repertorio classico e musica folk, che
mi appassiona sin dall'incontro folgorante anni fa con l'amico
Astor Piazzolla''. E allora, in cartellone, ecco la Brussels
Chambers orchestra con il violoncello di Jing Zhao e il violino
di Giuseppe Gibboni (Premio Paganini 2021), il folk gipsy,
irlandese, armeno, spagnolo, con incursioni a Gerusalemme e
Vienna, momenti di tango, trascrizioni inedite, con violinisti
del calibro di Maxim Vengerov, Roby Lakatos, Aleksei Igudesman,
Daniel Hope, Maria Solozobova, e il riitorno in Italia dello
Jerusalem Quartet.
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