Va alla scoperta della "città d'oro
fondata da Amenhotep III, riaffiorata dal deserto in Egitto"
l'8a edizione dell'International Archaeological Discovery Award
"Khaled al-Asaad", promosso dalla Borsa Mediterranea del Turismo
Archeologico e da Archeo. Lo annuncia il direttore della Borsa
Ugo Picarelli ricordando che l'edizione 2022 della Borsa si
terrà a Paestum dal 27 al 30 ottobre.
Rimasta sotto la sabbia per migliaia di anni, "la più grande
città mai trovata in Egitto" in buono stato di conservazione e
con mura quasi complete, è stata ritrovata dal team di Zahi
Hawass, alla ricerca in verità del tempio funerario di
Tutankhamon. Il sito si trovava vicino al palazzo di Amenhotep
III (1391-1353 a.C.), dall'altra parte del Nilo rispetto a Tebe
(oggi Luxor). Le iscrizioni geroglifiche indicano che la città
era chiamata Tjehen-Aten, o Aton "abbagliante" e che fu fondata
dal nonno di Tutankhamon, Amenhotep III.
Acclamata "città d'oro perduta", non è una città - che
esisteva già ed era Tebe - esattamente perduta, visto che alcuni
muri erano già stati scoperti negli anni '30 dai francesi
Robichon e Varille a 100 metri di distanza, e finora non ha
prodotto alcun reperto d'oro: "La chiamo così perché fondata
durante l'età d'oro d'Egitto" ha detto Hawass. Gli ambienti
conservano oggetti legati al quotidiano: anelli, scarabei, vasi
di ceramica, mattoni di fango con i sigilli di Amenhotep III,
oltre a iscrizioni che hanno contribuito a datare
l'insediamento. Tra i ritrovamenti anche una panetteria con
forni e stoviglie.
Le altre quattro scoperte finaliste erano: La stanza degli
schiavi ritrovata nella villa di Civita Giuliana a Pompei, il
più antico tempio buddista urbano della valle dello Swat, emerso
a Barikot, il mosaico con le scene dell'Iliade ritrovato in
Inghilterra nella contea di Rutland e il santuario rupestre di
11 mila anni fa scoperto a Karahantepe in Turchia, al quale va
lo "Special Award" per il maggior consenso sulla pagina Facebook
della BMTA.
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