Si chiama 'I volti del lavoro' ed è
un progetto espositivo partecipato con i rifugiati sulle
trasformazioni della produzione e dei lavoratori: una mostra
allestita sotto i Portici del grano di Parma e visitabile
gratuitamente dal 6 febbraio al 27 marzo, inserita nel
calendario di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21. Il
6 febbraio l'apertura, alla presenza tra gli altri
dell'assessore alla Cultura Michele Guerra e del rettore
dell'Università Paolo Andrei. L'esposizione è promossa dal
Centro Immigrazione Asilo e Cooperazione Internazionale-Ciac e
dal Centro Studi e Archivio della Comunicazione-Csac.
'I volti del lavoro' è l'esito di un progetto sulle
trasformazioni del lavoro e dei suoi protagonisti, con
particolare attenzione all'esperienza attuale dei rifugiati
nella provincia di Parma: "attori" spesso di un'integrazione che
non fa notizia, e per questo dunque meno percepita dall'opinione
pubblica. Inserito nel più ampio piano di ateneo per i
rifugiati, promosso dall'Università di Parma e sostenuto dalla
Fondazione Cariparma nell'ambito del Bando "Lotta alla povertà",
il progetto ha voluto valorizzare il patrimonio documentale
dell'Archivio Csac e coinvolgere in un percorso partecipato,
partito con un workshop fotografico ad hoc, alcuni rifugiati
inseriti nei progetti di accoglienza diffusa di Ciac: rifugiati
doppiamente protagonisti, sia con il loro sguardo sintetizzato
negli scatti fotografici proposti, sia come lavoratori e parte
essenziale del tessuto socio-economico del territorio.
In mostra sotto i Portici del grano ci sono fotografie
scattate durante il workshop con i rifugiati da Raheel Abid,
Abdoulaye Ba, Lamin Bojang, Sekou Diyara, Giulio Di Meo, Aime
Mbangue, Victor Osebhajimende e Ahmed Elmi Abdullahi, oltre a
fotografie conservate allo Csac appartenenti ai Fondi Uliano
Lucas, Mimmo Jodice, Carla Cerati, Luciano D'Alessandro e agli
archivi Carlo Cisventi e Vaghi.
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