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Il corpo veggente, la pittura antica nell'opera di Pasolini

Il corpo veggente, la pittura antica nell'opera di Pasolini

A Palazzo Barberini secondo capitolo progetto Tutto è santo

ROMA, 27 ottobre 2022, 14:54

Redazione ANSA

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La ricerca ossessiva e travagliata attraverso il patrimonio visivo della pittura antica di una primitività ancora incorrotta, pervasa da un senso di sacralità pre-culturale e pre-istituzionale. E poi la "potenza rivelatrice del corpo nudo", il simbolismo della croce, la rappresentazione del lutto e dei suoi rituali, l'emarginazione e la povertà del ceto popolare. Sono alcuni dei temi della mostra "Il corpo veggente", in programma dal 28 ottobre 2022 al 12 febbraio 2023 a Palazzo Barberini, che esplora il ruolo determinante della tradizione artistica nel cinema e nell'immaginario visivo di Pier Paolo Pasolini, dai Primitivi al Barocco, dall'arcaismo ieratico dei pittori giotteschi al realismo sovversivo di Caravaggio, indagando anche il tema del sacro. Secondo capitolo del progetto espositivo "Pier Paolo Pasolini. Tutto è santo", coordinato e condiviso dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica con l'Azienda Speciale Palaexpo di Roma e il Maxxi, la mostra curata da Michele Di Monte è divisa in sei sezioni, intitolate alle figure del corpo: il riferimento è al concetto di "figura", che Pasolini ritrovava negli scritti del filologo Erich Auerbach, intesa come una prefigurazione del presente nel passato e un ritorno del passato nel presente. Il percorso si sviluppa come una sorta di "montaggio" visuale, tra dipinti, sculture, fotografie e libri (per un totale di circa 140 pezzi) che tessono una rete di rimandi, assonanze, suggestioni, in grado di documentare non solo il modo in cui lo scrittore e regista ha deliberatamente attinto a una certa tradizione figurativa, ma anche le forme in cui alcune immagini riemergono nella sua opera.
   

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