TORINO - Lo sciacallo, "con la sua voce quasi umana, ma che sembra provenire da un altro mondo, forse anche da quello dei morti", indissolubilmente legato all'iconografia del dio Anubi, intermediario fra cielo e terra, ma anche in qualche modo simbolo della paura e diffidenza verso l'altro da noi. E' lui il protagonista di 'Alert', il nuovo progetto site-specific per la Fondazione Merz di Torino dell'artista israeliana Michal Rovner. Allestita dal 31 ottobre al 29 gennaio, con una parte di installazione nel cortile della Fondazione per una sola settimana, la mostra restituisce un'esperienza immersiva che affonda le proprie radici nella pratica dell'artista e nella sua esperienza di 'contatto' con questi animali.
Nelle tre sale interne è proposto un videomapping, in spazi nascosti e senza luce, simile ai luoghi di attesa dove osservare e studiare gli sciacalli, e una parte documentaristica realizzata con la Bbc e l'Unhcr con cui l'artista invita a soffermarsi sulla portata dell'esperienza migratoria. "E' il quarto progetto che realizziamo insieme - spiega Beatrice Merz, presidente della Fondazione e curatrice della mostra -. Qui il lavoro di Michal Rovner pone delle domande, interroga sé stessa, il visitatore e lo spazio e il vacillare del sistema simbolico caratterizzante l'identità degli individui mette in atto la narrazione continua della fragilità umana".
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