Trentacinque opere d'arte
recentemente restaurate (tra dipinti su tela, cartone pressato,
compensato e disegni su carta), ma anche reperti archeologici,
fotografie, documenti e numerosi altri materiali compongono la
mostra "Paolo Emilio Stasi. Pittore e archeologo in Terra
d'Otranto tra Otto e Novecento", in programma dal 22 dicembre al
31 gennaio al Museo Castromediano di Lecce. Pittore, archeologo,
pensatore illuminato, Stasi (Spongano 16 gennaio 1840 - 4 marzo
1922) viene celebrato a 100 anni dalla scomparsa in un progetto
espositivo, coordinato da Luigi De Luca, direttore del Polo
biblio-museale di Lecce e curato da Brizia Minerva, Annalucia
Tempesta, Michele Afferri e Salvatore Bianco, che vuole
ricordarne l'opera artistica ma anche le ricerche in campo
paleontologico.
Stasi infatti oltre a essere interessante esponente della
pittura napoletana del tardo Ottocento (ma la sua produzione
artistica, dalla ritrattistica ai soggetti sacri, dai paesaggi
alle nature morte, è tuttora poco conosciuta da studiosi e
grande pubblico), ha condotto in Puglia anche importanti
ricerche paleontologiche (tra le sue scoperte le "brecce
ossifere" sulle scogliere di Castro e il deposito preistorico di
Grotta Romanelli).
La mostra, concepita con la disponibilità degli eredi, in
particolare il pronipote, l'architetto P.E. Stasi, che hanno
fornito tutte le opere, e in collaborazione con la
Soprintendenza ABAP per le province di Brindisi, Lecce e
Taranto, il Teatro Pubblico Pugliese e la Provincia di Lecce, è
stata realizzata grazie alla collaborazione della società
Esterno Notte.
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