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A Siena 93 scatti della 'tata-fotografa' Vivian Maier

A Siena 93 scatti della 'tata-fotografa' Vivian Maier

Da 16/12 a 16/3. Suo corpus fotografico scoperto solo nel 2007

SIENA, 17 novembre 2022, 13:04

Redazione ANSA

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Arrivano a Siena le fotografie della famosa 'tata-fotografa' Vivian Maier: dal 16 dicembre al 16 marzo 2023 il complesso museale Santa Maria della Scala ospiterà l'esposizione "Vivian Maier. The self-portrait and its double" composta da 93 autoritratti che attraversano la vita dell'artista americana.
    L'esposizione, a cura di Anne Morin (diChroma photography) e Loredana De Pace, promossa dall'associazione Lux-Dopolavoro Fotografico e organizzata dal Comune di Siena, in collaborazione con la Fondazione antico ospedale Santa Maria della Scala, ripercorre l'opera di Maier che, attraverso la fotocamera Rolleiflex e poi anche con la Leica, trasporta i visitatori per le strade di New York e Chicago, dove i continui giochi di ombre e riflessi mostrano la presenza-assenza dell'artista che, con i suoi autoritratti, cerca di mettersi in relazione con il mondo circostante. Vivian Maier, spiega una nota, ha lavorato come bambinaia dai primi anni '50 e per oltre quarant'anni. Tutta la sua vita è trascorsa nell'anonimato fino al 2007, quando il suo corpus fotografico è venuto alla luce. Un patrimonio composto da oltre 120.000 negativi, pellicole super 8 e 16mm, varie registrazioni audio e centinaia di rullini non sviluppati. Il suo hobby ha finito per farla diventare una pioniera della street photography, anticipando i tempi e le mode, al punto che nella storia della fotografia si colloca a pieno titolo al fianco di Diane Arbus, Robert Frank, Helen Levitt e Garry Winogrand. L'immenso patrimonio fotografico di Vivian Maier, scoperto solo grazie al fortuito ritrovamento da parte del giornalista americano John Maloof, ci trasporta fra le strade e di fronte alla gente delle metropoli statunitensi, a scoprire il mondo dell'infanzia che lei conosceva molto bene, e in particolare a conoscere "Miss Viv" attraverso quegli autoritratti con cui l'autrice sembra cercare un posto nel mondo.
   

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