"Al di là delle singole
responsabilità penali, di per sé gravi, va posto in luce in
questa sede che l'aver organizzato un aumento di capitale di 150
milioni di euro, fatto sottoscrivere a clienti piccoli o
piccolissimi, poi interamente bruciato per operazioni
scellerate, è atto criminale dalle conseguenze su tutta la
popolazione, ingannata e derubata con un danno sociale
elevatissimo".
E' il duro passaggio della relazione del procuratore generale
Ignazio De Francisci che, durante l'inaugurazione dell'anno
giudiziario a Bologna, si è concentrato anche sulle indagini
della Procura di Ferrara su Carife. "Viene quasi di rimpiangere
- ha detto - la legge bancaria del 1936 (mirabile esempio di
tecnica legislativa) e le conseguenze penali che derivavano per
chi faceva uso sconsiderato della attività creditizia".
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