L'impianto per la cremazione delle salme del cimitero di Piacenza è in sovraccarico e un centinaio di bare giace nella 'sala del congedo'. I decessi a Piacenza, dall'inizio dell'emergenza coronavirus sono 314 ma l'impianto alla sua massima capacità può occuparsi al massimo di 12-13 cremazioni al giorno, mentre i feretri che arrivano quotidianamente sono 20-25. "Se non ci verranno concesse deroghe che abbiamo richiesto si rischia il collasso - spiegano i responsabili della struttura - inizialmente abbiamo dato un mano a Bergamo e Brescia, ricevendo salme anche da lì, ma non potremo più farlo: temo, però, che anche limitandoci ai soli piacentini la situazione non migliorerà".
"La situazione è difficile ed emergenziale, ma, ad oggi, ancora gestibile con professionalità e serietà". Lo dice in una dichiarazione Altair Spa, gruppo che gestisce 17 impianti di cremazione su tutto il territorio nazionale, prevalentemente nel Centro Nord, tra cui quello di Piacenza. "Nessun nostro impianto è 'in tilt', come riportato da alcuni organi di informazione, ma tutti stanno operando al massimo delle loro possibilità in una situazione decisamente critica dettata dalla gestione dell'emergenza epidemiologica in corso", spiega il gruppo, aggiungendo che "i depositi provvisori di feretri che in alcune strutture superano le 50 bare sono comunque gestiti nel rispetto dei principi etici fondamentali alla base del nostro operato e nei limiti degli spazi disponibili in ogni singola struttura. Non ci sono 'accatastamenti' anomali di feretri", spiega il gruppo i cui dipendenti "stanno lavorando, laddove permesso sette giorni su sette e per il numero massimo di ore giornaliere consentite".