Il calvario di Patrick George Zaki in Egitto non è ancora finito. Allo studente egiziano dell'Università di Bologna - in carcere da ormai otto mesi con accuse che vanno dall'istigazione alla violenza alla propaganda sovversiva basati su post su un account Facebook che i legali del ragazzo affermano essere falso - è stata rinnovata la detenzione preventiva di altri 45 giorni. Una sentenza che sposta così a dopo la metà di novembre una nuova possibilità di revisione del caso del ricercatore e attivista per i diritti umani. Oggi, fanno sapere gli attivisti di 'Patrick Libero', il ragazzo è stato trasferito dal carcere di Tora al Tribunale del Cairo ma non avrebbe comunque avuto la possibilità di assistere all'udienza. Terminata con la proroga di 45 giorni, come ha riferito la sua legale Hoda Nasrallah.
La decisione, l'ennesimo rinvio, l'ennesimo rinnovo di carcere 'preventivo', provoca ancora una volta delusione e angoscia negli attivisti e anche nella città di Bologna, che per il giovane era ormai una seconda casa e che lo attende per far sì che possa riprendere i suoi studi. Inascoltato anche il grido della famiglia di Patrick, che alla vigilia dell'udienza aveva ricordato che il giovane soffre d'asma e rischia moltissimo in carcere anche per la diffusione del coronavirus. Per ora la comunicazione con la famiglia, tramite bigliettini comunque sottoposti a controllo, è ripresa. Le ultime volte che è stato possibile vedere Patrick il giovane è apparso molto dimagrito, provato. Ma non avrebbe mai perso la voglia di tornare alla sua vita: Bologna, gli studi del Master europeo sulle differenze di genere.
A otto mesi dall'arresto, con la denuncia tra l'altro di 24 ore di torture, per Amnesty International è ora che la campagna internazionale per la scarcerazione di Zaki faccia uno scatto in avanti. "Non possono rimanere solo Amnesty, gli studenti, gli amici di Patrick, l'Università di Bologna e gli enti locali a portare avanti questa campagna", sottolinea Riccardo Noury, portavoce della ong in Italia, che chiama in causa direttamente Farnesina e Palazzo Chigi. "Occorre veramente un impegno serio del Governo italiano, che riesca a far uscire Patrick da questo incubo - rimarca Noury - perché è inimmaginabile che possa andare avanti ancora a oltranza questo meccanismo di rinvio della scarcerazione per chissà quali presunti supplementi di indagine basati sul nulla". Sulla stessa scia il sindaco di Bologna, Virginio Merola: "Ancora in carcere, mesi senza udienza di merito, mesi senza rispetto dei diritti umani e civili. Aumentiamo la pressione democratica, non rassegniamoci. Il Governo chieda il rispetto dei diritti umani come condizione di relazioni bilaterali con l'Egitto".
La mobilitazione continua. Il rettore dell'Alma Mater bolognese, Francesco Ubertini, promette: "Non abbasseremo l'attenzione su Patrick finché la cosa non sarà risolta. Non ci stancheremo. Il nostro ateneo e la città di Bologna si muovono su prospettive lunghe, non corrono i cento metri". E così sarà. Iniziative in alcune piazze italiane sono già previste a Milano, Torino e Roma. L'occasione è la data dell'8 ottobre, otto mesi esatti dall'arresto di Patrick. A Milano l'aquilone con il ritratto di Zaki volerà nel pomeriggio dall'Arco della Pace, a Roma ci sarà un flash-mob di Amnesty davanti al Pantheon mentre analoga manifestazione si svolgerà nel cuore di Torino in piazza Castello.
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