FIRENZE - "Voglio lanciare un messaggio all'Europa e all'Italia che si può fare, che non è vero che l'accoglienza non si può fare". Lo ha detto Antonio Silvio Calò, insegnante di storia e filosofia al liceo Canova di Treviso che da tre anni ospita in casa sei migranti naufragati al largo di Lampedusa nel 2015, e che oggi ha ricevuto a Firenze, a Villa Salviati, sede degli Archivi storici dell'Ue, il premio Cittadino europeo 2018 promosso dal Parlamento europeo.
Per fare accoglienza, secondo Calò, "bisogna avere un coraggio politico e una visione: questo coraggio e questa visione io non li ho ancora visti, però io sono qua per proporre qualcosa di concreto, perché nessuno mi può dire che non si possa realizzare, in quanto l'ho realizzato io". I sei migranti, ha spiegato il professore, si sono inseriti nella comunità e nel mondo del lavoro: "Adesso tutti e sei lavorano - ha detto - e la settimana scorsa uno di loro ha avuto un contratto a tempo indeterminato. E' una cosa straordinaria che ci fa capire che se noi accompagniamo queste persone in un inserimento graduale possono cambiare completamente la prospettiva".
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