STRASBURGO - Antonio Tajani respinge ogni sospetto di compiacenza verso la lobby dell'auto, esclude contrasti con l'ex commissario all'ambiente Potocnik, ricorda che "è stata la Commissione Ue nel 2012 a denunciare le discrepanze tra i test in officina e le emissioni su strada" e puntualizza che "nel caso Volkswagen c'è stato dolo". In una conferenza stampa tenuta al Parlamento europeo per rispondere al Financial Times, Tajani sottolinea anche che "la versione dell' articolo sull'edizione cartacea è diversa da quella online".
Tra i documenti presentati nella conferenza stampa ("documenti pubblici, che anche i giornalisti del Financial Times possono leggere"), Tajani - oggi vicepresidente del Parlamento - ha presentato la comunicazione della Commissione europea sul piano d'azione 'Cars 2020' in cui tra l'altro si chiedeva che per i test sulle emissioni si attuassero procedure che "assicurino il rispetto dei valori limite Euro 6 in condizioni di guida reale".
Per quanto riguarda la vicenda Volkswagen, Tajani ha ricordato che "sono le autorità degli stati membri a dover controllare il rispetto delle norme" e sottolineato che "mai nessuno ha denunciato" il problema del software per manipolare i test. L'ex Commissario all'industria ha anche sottolineato di aver aperto una procedura d'infrazione contro la Germania per la vicenda dei liquidi refrigeranti usati dalla Mercedes, che portò alla sospensione delle vendite in Francia.
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