Potrebbe essere una svolta per la solidarietà europea, ma anche restare un bel sogno nel cassetto. La proposta di Germania e Francia sul Recovery fund, 500 miliardi di euro da indirizzare verso i Paesi più colpiti dalla crisi, comincia il suo cammino controvento: la prima tappa è arrivare intatta al tavolo della Commissione Ue, per essere inclusa nella proposta che Ursula von der Leyen svelerà il 27 maggio. E poi dovrà raggiungere il tavolo dei leader Ue verso metà giugno, senza perdere i suoi elementi di massima attrazione per i Paesi del Sud, come i trasferimenti a fondi perduto per l'intero ammontare.
Percorso tutt'altro che facile, visto che i cinque Paesi 'frugali', che si oppongono ad aumenti del bilancio comune, per niente impressionati dagli sforzi negoziali di Merkel e Macron, hanno già annunciato battaglia. Dopo un Ecofin rimasto tiepido all'indomani della proposta che ha fatto cadere le resistenze di Berlino sulla condivisione dei debiti, il ministro francese dell'Economia, Bruno Le Maire, invita alla prudenza: "Saranno negoziati difficili, bisogna ancora conquistare la convinzione di altri Stati membri, in particolare quattro: Austria, Danimarca, Svezia e Paesi Bassi". Un po' di tempo c'è fino al vertice di giugno, e già ieri il premier Giuseppe Conte ha sentito il presidente francese Macron e la cancelliera tedesca Merkel per preparare il negoziato su una proposta "ambiziosa".
E' vero che il fronte del Sud, soddisfatto della proposta, ha guadagnato dalla sua parte un pezzo grosso come la Germania. Ma è altrettanto vero che il fronte dei frugali è più compatto che mai, proprio dopo la mossa franco-tedesca. "Ci rifiutiamo di finanziare prestiti non rimborsabili", per uscire dalla crisi "è necessario fare investimenti nel futuro, non coprire i costi dei debiti passati", ha detto il ministro delle Finanze austriaco Gernot Bluemel. Il ministro chiede anche "un impegno europeo per una maggiore disciplina di bilancio" dopo la crisi. Anche il collega danese, Nicolai Wammen, ricomincia a piantare i paletti: "Per quanto riguarda il debito in comune con trasferimenti tra Paesi, c'è una posizione ben conosciuta della Danimarca e non è cambiata con la proposta franco-tedesca". Wammen ha spiegato che il suo Governo lavora "con Austria, Svezia e Olanda per avere un bilancio che non sia troppo ampio, perché ci serve denaro anche a livello nazionale".
Per ora la proposta di Merkel e Macron, rivoluzionaria per un'Europa che non aveva mai esplicitamente previsto un'emissione di debiti comuni per finanziare in modo asimmetrico gli Stati, è finita sulla scrivania della presidente della Commissione Ursula von der Leyen, sulla carta l'unica incaricata dai leader di preparare una proposta sul piano di rilancio dell'economia che bilanci le diverse anime dell'Europa. Difficilmente, quindi, la proposta del 27 maggio ricalcherà in tutto quella franco-tedesca.
Dombrovskis, con Recovery fund anche strumento per riforme - La proposta franco-tedesca sul Recovery Fund è "commisurata alla sfida", e "alimenterà" quella che la Commissione Ue svelerà la prossima settimana. Bruxelles però presenterà anche "uno strumento per la ripresa e la resilienza che si concentra su investimenti e riforme strutturali", visto che "non ci servono solo soldi aggiuntivi, ma anche riforme per creare un ambiente più favorevole per le imprese, per rafforzare la capacità amministrativa affinché i fondi extra abbiano massimo effetto". Lo ha detto il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, al termine dell'Ecofin. Dombrovskis ha spiegato che "la maggior parte dei finanziamenti sarà disponibile nel 2021", ma "studiamo la possibilità di anticipare alcuni fondi nel 2020, tecnicamente ancora non è risolto ma stiamo guardando cosa fare". In ogni caso, per fare in fretta serve prima di tutto "un accordo rapido sul Recovery fund" da parte del vertice Ue.
"La Commissione Europea al lavoro per il piano e il fondo di #Recovery. Una crisi senza precedenti impone risposte senza precedenti. Da Francia e Germania un contributo importante in questa direzione". Questo il tweet postato dal commissario Ue all'Economia Paolo Gentiloni.
La Commissione Europea al lavoro per il piano e il fondo di #Recovery. Una crisi senza precedenti impone risposte senza precedenti. Da Francia e Germania un contributo importante in questa direzione
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) May 19, 2020
In attesa di vedere la base di partenza del negoziato, cioè la proposta della Commissione, l'Ue cerca di chiudere sugli altri strumenti. E' definitivo il via libera a Sure, il meccanismo che aiuterà la cassa integrazione, mentre sulle garanzie Bei alle imprese ancora non si trova un accordo, che dovrebbe arrivare non oltre il primo giugno.
Di Maio, alcuni non capiscono che senza Italia Ue cade - "In Ue ci sono ancora Paesi arroccati sui loro ramoscelli, ma devono capire che l'Europa non può fare a meno dell'Italia. Perché se si spezza il tronco di un albero, cadono anche i rami. E non si salva nessuno. Il nostro unico interesse è difendere il popolo italiano. In questa trattativa dobbiamo ottenere più soldi possibili per aiutare imprese, famiglie e lavoratori. Uniti per ottenere più risorse. L'Italia si farà rispettare", ha affermato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio all'indomani della proposta Merkel-Macron.
"Il mio appello è chiaro e vorrei rivolgerlo a tutti i cittadini tedeschi attraverso questo giornale: venite e trascorrete le vacanze in Italia", ha detto il ministro, in un'intervista pubblicata sulla Bild on line. "Visitate le nostre spiagge, il nostro mare, i nostri paesini di montagna, gustate la nostra cucina - aggiunge -. Noi siamo pronti ad accogliervi con il nostro sorriso. Siamo tutti lo stesso popolo europeo".
Il #turismo è il settore colpito più duramente dalla crisi. Per questo dopo i primi 4 miliardi di interventi nel #decretorilancio, il sostegno alle imprese turistiche e agli operatori del settore saranno la priorità nell'utilizzo delle risorse per l'Italia del #RecoveryFund", ha scritto in un tweet il ministro dei Beni e delleAttività culturali e Turismo Dario Franceschini.
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