Alessandra Briganti
Terry Reintke vuole vederci
chiaro prima di votare un secondo mandato di Ursula von der
Leyen alla guida della Commissione europea. "Dovremo assicurarci
di mettere nero su bianco alcune questioni fondamentali per
entrare a far parte di una maggioranza" spiega la candidata di
punta per le elezioni europee (spitzenkandidat) dei Verdi
europei in un'intervista al pool di agenzie di stampa, tra cui
ANSA, riunite nell'European Newsroom.
Green Deal e investimenti nella transizione verde sono le
linee rosse tracciate dall'eurodeputata tedesca. La politica
ambientale e climatica dell'Ue deve essere portata avanti e
ampliata, afferma Reintke, sottolineando la necessità di
investimenti nelle infrastrutture, nel rinnovamento e nella
trasformazione verde delle imprese. "Questo sarà fondamentale
per noi, oltre ovviamente a rendere la transizione socialmente
equa", aggiunge l'europarlamentare, che lancia un avvertimento:
invertire la rotta nel Green Deal sarebbe un "disastro per
l'Europa, sia per il clima, sia per l'economia".
Un pericolo che l'Europa rischia di correre davanti
all'avanzare delle destre. Per Reintke, una futura coalizione
tra il Ppe e, ad esempio, il gruppo dei Conservatori e
riformisti europei (Ecr), che potrebbe diventare la terza forza
all'Eurocamera, comporterebbe un "pericolo molto chiaro: le
conquiste di questa legislatura potrebbero essere perse o
sospese e non andare avanti". "E penso che ci sia sicuramente il
rischio che l'estrema destra cresca in queste elezioni" osserva
l'europarlamentare che mette in guardia tuttavia, dal farne una
profezia che si auto avvera.
Quanto ai Verdi, dati dai sondaggi in forte calo in tutta
l'Ue, Reintke dice di voler puntare a "consolidare il forte
risultato che abbiamo avuto nel 2019 con l'aggiunta di un gruppo
geograficamente più diversificato". Ciò comporterà, il
raggiungimento di buoni risultati al di fuori dei Paesi
dell'Europa centrale e la ricerca di partner nel Sud e nell'Est,
tradizionalmente terreno poco fertile per i partiti green. Ma le
trattative per un ingresso del Movimento 5 Stelle nel gruppo
sono ancora al palo. "Con il M5s abbiamo avuto delle
conversazioni, ma non ci sono sviluppi in questo momento quindi
non è chiaro cosa succederà", spiega l'eurodeputata, apparsa più
ottimista al contrario sulle sorti di Sumar, con cui sono in
corso dei colloqui. "Se si considera ciò che Sumar ha portato
nel programma di governo in Spagna - spiega - è molto evidente
la sovrapposizione tra il movimento in Spagna e il progetto
verde europeo".
Ascolto e risposte sono la ricetta di Reintke per affrontare
un'altra questione spinosa, soprattutto per i Verdi: le proteste
degli agricoltori che stanno attraversando l'Europa.
L'eurodeputata non ha dubbi in merito: i loro problemi non sono
il risultato del Green Deal. "Negli ultimi 15 anni - osserva -
più di un terzo delle aziende agricole europee ha chiuso i
battenti prima che il Green Deal venisse discusso dalla politica
mainstream. Bisogna capire qual è il problema della politica
agricola europea".
I Verdi suggeriscono di modificare la distribuzione dei
sussidi agricoli nell'Ue per evitare che "l'80% vada al 20%
degli agricoltori" e per affrontare il "sistema impossibile" in
cui i grandi distributori e le catene di supermercati fissano i
prezzi mentre gli agricoltori sono costretti a produrre a quei
prezzi per non fallire. "Dobbiamo pensare a come cambiare queste
strutture in modo che gli agricoltori possano vivere in modo
sostenibile e anche a misure per proteggere la biodiversità e il
clima. Tutto questo - dice - è possibile, ma dobbiamo cambiare
la politica agricola a livello europeo".
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