(di Marcello Campo)
Ursula von der Leyen al lavoro
per ottenere il via libera dell'Aula del Parlamento europeo alla
sua Commissione bis previsto alle 12 di mercoledì: appena
arrivata a Strasburgo prima ha aperto ai Verdi, quindi ha
riunito i capi delle famiglie politiche che hanno annunciato il
loro sostegno. Pur di riconquistare l'appoggio degli
eurodeputati ambientalisti, la leader tedesca ha deciso di
nominare l'ex co-presidente del gruppo dei Greens, il belga
Philippe Lamberts, come suo consigliere per il clima per il
prossimo mandato. Allo stesso tempo ha speso parole al miele nei
loro confronti: "Per me, il gruppo dei Verdi fa parte della
maggioranza pro-europea nel Parlamento europeo", ha sancito in
una nota. "La cooperazione con i Verdi - ha aggiunto - è stata
costruttiva nell'attuale mandato e ha svolto un ruolo importante
nel garantire una maggioranza europeista alla mia rielezione a
luglio".
A fine giornata, dopo una lunga riunione, il gruppo si è
spaccato e solo una maggioranza risicata dei 53 eurodeputati
ambientalisti ha annunciato il sì all'Ursula bis. Una mossa
bocciata con vigore dalla Lega: per il capo delegazione Paolo
Borchia, von der Leyen ha dato vita a un "squallido
poltronificio".
Insomma, come ha spiegato lei stessa in modo esplicito, con
questa apertura last minute la presidente della Commissione ha
tentato di riprendersi i consensi - non tutti ma oltre la metà -
di chi già la votò a scrutinio segreto a luglio, in modo da
blindare in modo definitivo la sua maggioranza ed evitare rischi
di defaillance dell'ultima ora. Le crepe che si possono aprire
in questa 'maggioranza Ursula' versione bis sono note:
all'interno del gruppo socialista, la delegazione francese ha
fatto già sapere che voterà contro. Anche alla riunione di
gruppo odierna, il loro capo, Raphael Glucksmann, ha ribadito il
suo no perchè ritiene sbagliato aver affidato a Raffaele Fitto
una vicepresidenza esecutiva. Pure i socialdemocratici tedeschi
dovrebbero sfilarsi, ma comunicheranno la loro scelta finale
solo martedì, alla vigilia del voto. Contrari anche i belgi e
gli olandesi. Qualche malumore anche all'interno del Ppe, con le
note riserve dei popolari spagnoli nei confronti di Teresa
Ribera, indecisi tra il voto contrario e l'astensione. Mal di
pancia si segnalano anche tra i liberali. Tra gli italiani, è
confermato il voto contrario di Marco Tarquinio, indipendente
eletto nelle liste del Pd, e della delegazione tricolore dei
Verdi. "Con la nomina di Fitto - ha sottolineato uno di loro,
Leoluca Orlando - abbiamo una svolta a destra della Commissione
e un grave mutamento della natura politica dell'organo europeo".
A questo punto sono troppe le incognite per cui è difficile
fare previsioni numeriche precise, anche se l'ipotesi bocciatura
viene considerata pressoché impossibile: per passare a von der
Leyen basterà ottenere la maggioranza semplice dei votanti che
si esprimeranno in modo palese. Tuttavia, raccogliere meno della
metà degli aventi diritto, quindi non superare la soglia dei 360
sì, avrebbe un significato politico molto rilevante e sarebbe un
fatto inedito nella storia della politica europea. Arrivare a
401 vorrebbe dire invece confermare i numeri di luglio: in tal
caso i voti stavolta favorevoli dei 25 eurodeputati di FdI
sostituirebbero i no di chi invece ha cambiato idea.
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