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Turismo: Fvg; Udine, fascino sobrio leggenda e avanguardia

Turismo Con Ansa in Friuli

Turismo: Fvg; Udine, fascino sobrio leggenda e avanguardia

Capitale del Friuli dalle molte sfaccettature, erede di Aquileia

UDINE, 16 aprile 2019, 15:19

Alberto Rochira

ANSACheck

Piazza Libertà e Castello di Udine (Foto di Fabrice Gallina) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Piazza Libertà e Castello di Udine (Foto di Fabrice Gallina) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Piazza Libertà e Castello di Udine (Foto di Fabrice Gallina) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una leggenda vuole che i soldati del re degli Unni, Attila, condottiero barbaro venerato dai suoi e assai temuto dai popoli invasi, tanto da essere noto "come il flagello di Dio", fossero così numerosi che bastò loro ammucchiare la terra contenuta negli elmi, prelevandola dall'attigua spianata, per erigere il colle su cui oggi sorge il suo celebre castello, ordinato dal sovrano per poter ammirare da lontano l'incendio della vicina Aquileia, seconda città dell'Impero romano, assediata e messa a ferro e fuoco nel 452 dC. Imponente edificio che oggi sfoggia eleganti forme cinquecentesche, sito in una posizione spettacolare per il panorama che spazia dalle vicine colline alle più distanti cime alpine e prealpine, fino alla pianura e al mare, il castello di Udine, già sede del patriarca di Aquileia e poi del Luogotenente veneto della Patria del Friuli (dopo l'arrivo della Serenissima), divenuto sede museale il 26 luglio del 1906, è indiscutibilmente il simbolo del Friuli, insieme con il vicino campanile dell'antica chiesa medioevale di Santa Maria, sulla cui sommità 'vola' un angelo dorato che domina la città, brillando nella notte e sfavillando nelle giornate di sole. Attualmente sede dei Civici Musei del Castello (articolati in quattro percorsi espositivi), il palazzo, che ha dato il titolo anche a una raccolta di racconti dello scrittore Carlo Emilio Gadda (1893-1973), ospita il prezioso salone in cui si riuniva l'antico Parlamento friulano. Ai piedi del colle del castello, si estende il cuore della città che viene considerata da sempre la "capitale" del Friuli: un intricato dedalo di vie, piazze, piazzette, corti e slarghi dall'impianto schiettamente medioevale. Sebbene numerosi ritrovamenti archeologici confermino che l'intera area del comune e di quelli limitrofi fu densamente abitata in epoca preistorica, è nell'alto Medioevo che Udine assume il ruolo di città e di emporio. Gli storiografi indicano l'anno 983 quale data di nascita certa, quando in un atto di donazione di cinque castelli da parte dell'imperatore Ottone II al Patriarca di Aquileia, si nomina per la prima volta il castello di "Udene". Con la donazione del 983 e altre successive si costituisce il patriarcato di Aquileia, stato teocratico-militare, vassallo dell'impero germanico, che costituirà un elemento di equilibrio e di mediazione tra papato ed impero per altri quattrocento anni. Udine divenne la prima comunità della "Patria del Friuli" e ne seguì le vicende, prima sotto il dominio veneziano (di cui restano numerose tracce nell'architettura e nel dna mercantile della città), poi austriaco e quindi durante il ricongiungimento all'Italia (1866), fino ai giorni nostri. Il cuore della città, con la spettacolare Piazza Libertà, definita da molti la più bella piazza veneziana in terraferma, l'arteria a portici di Via Mercatovecchio e il salotto della scenografica e ammaliante piazza Matteotti o San Giacomo, e i borghi storici (Grazzano, Poscolle, Gemona, Villalta, Pracchiuso, Aquileia) si mantengono punteggiati di attività, lussuose boutique e botteghe artigiane, librerie, bar e ristoranti, alberghi, osterie e trattorie dove degustare vini e cibi della più tipica tradizione friulana.

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