Francia, agenda Italia è risposta alle sfide

Intervista al ministro degli esteri Jean-Marc Ayrault

Redazione ANSA

Il ministro degli Esteri francese, Jean-Marc Ayrault, risponde all'ANSA sui temi della presidenza italiana del G7.

- Quali sono le attese della Francia per il G7 che si sta per aprire sotto la presidenza italiana?

Con l'Italia lavoriamo in un clima di piena fiducia e condividiamo una visione del mondo e dell'Europa molto simile e questo ci permette di garantire un appoggio incondizionato in vista del vertice di Taormina. Le priorità identificate e l'agenda proposta dall'Italia corrispondono a temi particolarmente importanti, indispensabili per rispondere alle sfide politiche, economiche e sociali del mondo.

- Di questi temi prioritari, quali la Francia considera più urgenti?

Le critiche contro gli effetti negativi della mondializzazione sono oggi molto forti e i popoli si aspettano che i loro governi siano tutti insieme vigili e impegnati. Da tempo la Francia sottolinea che c'è bisogno di regole che governino la mondializzazione affinché tutti ne possano trarre vantaggi. E chiede costantemente ai suoi partner di lavorare in questo senso e si aspetta dal G7 che dia prova di ambizione. Il vertice di Taormina sarà una tappa fondamentale in un momento in cui vengono fatte scelte storiche e forti sono le attese dei popoli.

- Quali i temi prioritari in politica estera e in economia secondo Parigi?

A Taormina i nostri leader affronteranno i principali temi di politica estera, dalle migrazioni all'accoglienza dei rifugiati, dalla risposta alle crisi che colpiscono diverse regioni e spingono uomini e donne sulla strada dell'esilio. Il vertice sarà anche un appuntamento importante per una concertazione sulla situazione in Siria, in Iraq, in Libia, in Ucraina ma anche in Corea del Nord. La lotta al terrorismo occuperà ancora una volta un posto importante nel dibattito: è essenziale che i paesi del G7 continuino a rafforzare la loro cooperazione quotidiana. Con l'Italia siamo d'accordo nell'obiettivo di sostenere l'applicazione dell'accordo di Parigi sul clima firmato nel dicembre 2015: è imperativo che il G7 confermi la sua irreversibilità e si impegni nella sua applicazione. I cambiamenti climatici hanno conseguenze gravi per il mondo, che sconfinano anche nel campo della sicurezza: colpiscono soprattutto i paesi più fragili e provocano movimenti di popolazione. L'Italia vuole esortare il G7 a trattare i temi della sicurezza alimentare, che sono essenziali, come dimostrano i rischi di carestia nell'Africa orientale e nel Sahel. Altra emergenza, quella sanitaria, un campo nel quale il G7 vuole trovare soluzioni per la lotta contro la resistenza agli antibiotici e per rendere più accessibili le terapie innovanti, sempre incoraggiando la ricerca. Inoltre, il G7 deve dare un messaggio forte sul piano economico. La Francia da molto tempo chiede una mondializzazione più equa. E' importante che i Sette si impegnino a Taormina per l'apertura commerciale, ma nel quadro di una mondializzazione basata su regole, reciprocità e vantaggiosa per tutti.

- Cosa si attende Parigi dai rapporti con l'America di Trump e quale può essere il clima nel G7 dopo le divergenze con la nuova amministrazione della Casa Bianca?

La prima virtù del G7 è quella di permettere scambi, aperti, franchi e sostanziali fra i leader di paesi che sono partner stretti e alleati. Questo non impedisce di esprimere divergenze. Aspettiamo di vedere cosa pensa la nuova amministrazione americana del multilateralismo, della lotta ai cambiamenti climatici o dell'apertura commerciale. In questo contesto, gli europei del G7 avranno, beninteso, la responsabilità di riaffermare i loro valori, i loro interessi e le loro attese. Dovranno anche ricordare il ruolo del G7 nella mobilitazione sui temi dello sviluppo sostenibile. In gioco c'è un'intera eredità: quella dei fondamentali progressi raggiunti dopo la crisi del 2008 per governare meglio la mondializzazione.

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