Donald Trump, 70 anni, uno degli uomini piu' ricchi d'America, ha giurato il 20 gennaio scorso come 45/mo presidente degli Stati Uniti dopo una delle piu' controverse e tese campagne elettorali della storia americana, dove e' stato il candidato più votato in assoluto alle primarie repubblicane, sbaragliando 16 rivali e conquistando la nomination nonostante l'ostilita' del suo partito e dei media per i suoi toni incendiari e populisti. E' il primo presidente a non aver ricoperto in precedenza alcun incarico elettivo o ad aver prestato servizio militare: insomma, un vero outsider.Ma il Paese lo conosceva da tempo come uno dei magnati americani piu' famosi ed esuberanti, sempre alla ribalta per le sue avventure "piccanti" e per le sue esibizioni televisive. Quarto figlio di Fred Trump, imprenditore di origine tedesca che fece fortuna nel settore immobiliare a New York, entro' nel business di famiglia dopo una laurea alla Wharton School all'Universita della Pennsylvania e poi ne assunse il controllo nel 1971 chiamandolo 'Trump organization'. La sua prima scommessa fu passare dalla costruzione di case a quella di grattacieli a Manhattan, compresa la Trump Tower sulla Fifth avenue. Oggi il marchio Trump non è solo quello di grattacieli, hotel e casinò, ma anche di bevande energetiche, bistecche, acqua, vini e superalcolici. Fino a due anni fa il tycoon e' stato anche il proprietario di vari concorsi di bellezza, tra cui Miss Universo. Una carriera segnata da sfarzi, fallimenti, bancarotte e riprese ma che secondo Forbes gli ha fatto accumulare 3,7 miliardi di dollari, anche se lui ne vanta 10. Nella sua vita sempre sopra le righe ha collezionato tre matrimoni, da cui ha avuto cinque figli e sette nipoti. L'ultima moglie, l'attuale first lady Melania, e' una ex modella slovena. A renderlo celebre e' stato prima il cinema, dove ha interpretato anche se stesso in Celebrity di Woody Allen, e poi dal 2003 la tv, dove per 14 anni consecutivi e' stato il protagonista di The Apprentice, il reality show sul mondo del lavoro dove liquidava i candidati inadatti con l'ormai nota frase "You’re fired!" (Sei licenziato!). Trump aveva espresso ambizioni presidenziali gia' nel 2000, quando ci provo' come candidato del partito della Riforma. Dopo l'elezione di Barack Obama nel 2008, divento' uno dei principali sostenitori del movimento 'Birther" che contestava la sua nascita in Usa. Ma e' solo nel giugno del 2015 che annuncio' la sua discesa in campo nelle primarie repubblicane, diventando protagonista di un successo che molti hanno paragonato a quello di Silvio Berlusconi, con la differenza che Trump non aveva propri media e non ha fondato un nuovo partito, ma ci e' salito a bordo e lo ha travolto cambiandone il Dna. Ha vinto dopo una campagna al veleno, contro i suoi rivali repubblicani e contro la sua sfidante democratica Hillary Clinton, cavalcando le paure e la rabbia dell'America bianca, rurale e operaia in crisi di identita', un'ondata populista sprigionata dalla Brexit. Nella sua ricetta vincente ha mescolato la protesta anti establishment, il protezionismo, la promessa di nuovi posti di lavoro, il taglio delle tasse, la sostituzione dell'Obamacare e il pugno duro contro il terrorismo e immigrazione, a partire dal muro col Messico e dal bando contro rifugiati e cittadini di sei Paesi musulmani. Per "fare l'America di nuovo grande", come recita lo slogan di una campagna che proietta ancora l'ombra lunga degli hackeraggi russi e della sua ammirazione per Putin.