Padoan: 'Sfide produttività e inclusione al centro dell'agenda'

Capire come utilizzare risorse per welfare ed educazione

Redazione ANSA ROMA

Per uscire definitivamente dalla crisi "bisogna affrontare una sfida strutturale che riguarda" l'aumento della produttività e del lavoro abbinati all'avanzamento tecnologico. Lo ha sottolineato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan nel suo intervento all'Accademia dei Lincei, sottolineando che "più produttività è connessa all'avanzamento tecnologico e al capitale umano. Questa è una delle grandi sfide che la politica internazionale deve affrontare e sarà al centro della presidenza italiana del G7, insieme alla crescita inclusiva". Il governo, ha rivendicato Padoan, "sta cercando di utilizzare allo stesso tempo politiche di budget, lavorando sulla riallocazione di risorse li' dove sono più utili" mentre "sull'agenda strutturale dobbiamo capire ancora meglio come cambiamenti strutturali influenzano il modo in cui utilizziamo le risorse, la sanità, la tecnologia, il patrimonio culturale, l'educazione".

"C'è scetticismo tra i cittadini per la politica e i politici considerati incapaci di affrontare le sfide poste dal cambiamento. C'è una insoddisfazione che nutre la richiesta di cambiamento e spinge alla richiesta di soluzioni che sono scarsamente fondate su basi solide", ha aggiunto nel suo intervento all'Accademia dei Lincei dove ha ricevuto i tre Joint Statements sui problemi internazionali elaborati dal G7 delle Accademie Nazionali in vista del summit di Taormina. Non ci sono però "scorciatoie", ha ribadito il ministro, e serve "realismo" per trovare "soluzioni innovative" ai "problemi più complessi e alle sfide che abbiamo di fronte". "La politica - ha concluso Padoan - ha bisogno della comunità scientifica che aiuti a migliorare la qualità del dibattito pubblico e trovare soluzioni per l'economica, la sanità, il welfare. Il contributo che state dando al dibattito del G7 è davvero gradito". "Si sta chiudendo un gap, ma la crisi non è dietro di noi, anzi è il contrario", ha spiegato il responsabile dell'economia sottolineando che l'economia mondiale "sta completando quello che Fmi e Banca mondiale chiamano un ciclo macroeconomico" in un contesto in cui però la "cooperazione internazionale sembra difficile, specialmente ora che emergono specificità nazionali". Ma, ha aggiunto, ci sono aree, come l'Eurozona, dove "la cooperazione sta crescendo". Una delle cause della crisi, ha sottolineato il ministro, è legata al fatto che si guardava a "una unica dimensione, quella del Pil". Bisogna invece "arricchire il set di misurazione con nuovi indicatori", come ha fatto l'Italia che, prima "tra i Paesi avanzati" ha introdotto tra i criteri di valutazione delle politiche economiche gli "indicatori del benessere sostenibile"

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