Sara Bosco è morta e il dramma della sua giovane vita finita su una barella in un padiglione dismesso dell'ospedale Forlanini di Roma non è meno tragico.
Come non è meno doloroso il fatto che, al momento del ritrovamento, sul corpo della ragazza non sarebbero stati riscontrati segni evidenti di violenza. Dalle prime indagini risulta che la 16enne in passato aveva comunicato, anche attraverso sms, l'intenzione di togliersi la vita. La Procura di Roma procede per il reato di istigazione o aiuto al suicidio: gli inquirenti puntano ad individuare chi abbia ceduto alla minorenne la droga che, con ogni probabilità, l'ha uccisa. Oggi gli agenti di polizia sono tornati al Forlanini, nel padiglione abbandonato, rifugio di senza dimora e tossicodipendenti: al momento ipotizzano il decesso per overdose da eroina, ma in attesa degli esiti dell'autopsia non escludono alcuna pista. L'esame autoptico, che stabilirà le cause della morte, dovrebbe essere effettuato nelle prossime ore, forse già domani, all'istituto di medicina legale della Sapienza. Dalla sua breve vita emerge solo degrado, a causa dell'eroina di cui era dipendente. In un anno era scappata di casa almeno 6 o 7 volte.
Si allontanava per un paio di giorni e poi ritornava nella sua abitazione di Santa Severa dove viveva con la famiglia. L'ultima fuga, a metà gennaio, è stata più lunga. Sara è stata ritrovata a Roma dai carabinieri dopo 15 giorni grazie anche alle informazioni fornite dalla madre. Dopo quell'episodio i carabinieri della stazione di Santa Severa avevano chiesto e ottenuto dal Tribunale dei minori che fosse affidata a una casa famiglia per allontanarla dal contesto in cui viveva da cui era scappata più volte, per iniziare un percorso di recupero. La ragazza sarebbe stata affidata prima a una casa famiglia in provincia di Frosinone e poi in una struttura di Perugia da cui si è allontanata il 5 giugno. Ma quello che fa discutere è che una ragazza possa essere morta così, nell'indifferenza e nel degrado più assoluto, perché in quei padiglioni abbandonati ci sono barelle sporche, cumuli di immondizia, calcinacci.
Durissimo l'attacco di Massimo Barra, fondatore del Centro Antidroga della Cri, Villa Maraini: "La morte di Sara si poteva evitare, se non fosse così dilagante l'indifferenza delle istituzioni. La sua morte deve far riflettere tutta la politica che da anni ha scelto il silenzio sul problema delle tossicodipendenze, oramai un tabù nel dibattito pubblico perché argomento scomodo che non porta voti". Il capogruppo di Fi in consiglio regionale Antonello Aurigemma si scaglia contro il governatore Nicola Zingaretti: "Il dramma del Forlanini fa emergere anche l'immobilismo e l'incapacità gestionale del presidente Zingaretti, visto che sono anni che la struttura è abbandonata, una sorta di terra di nessuno. E' prioritario un consiglio straordinario sulla sanità per affrontare queste vere e proprie emergenze". Zingaretti risponde di essere pronto "con l'arrivo della nuova amministrazione comunale a mettere in campo proposte di rigenerazione e valorizzazione" perché "quando si parla di un'area di 150mila metri quadri bisogna farlo di concerto col Comune". Quanto alla caserma dei carabinieri da realizzare in una parte del Forlanini, ospedale chiuso definitivamente da un anno, "l'accordo è fatto, la Regione finanzia i lavori, il cantiere era partito - ha spiegato - ma da mesi attendiamo il nulla osta della Soprintendenza per un muro".
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