Precariato, crisi economica e bassi
salari rendono "più facile il reclutamento di persone che non
sono affiliate ma che lavorano per le organizzazioni mafiose".
Lo ha detto il procuratore di Genova Francesco Pinto nel corso
del convegno "Guerra al narcotraffico" organizzato in occasione
del 30° anniversario della Direzione Investigativa Antimafia.
"Soprattutto la 'ndragheta ha creato avamposti nei porti,
facendo leva sulla crisi economica e del lavoro".
I proventi della vendita della droga servono poi alle
organizzazioni criminali a "inquinare" l'economia sana,
finanziando le imprese che quando non possono più restituire i
capitali diventano di proprietà delle cosche. "Ma la società
civile non sempre è attenta a tutto questo. Ci sono numerosi
casi di notai e commercialisti che avrebbero l'obbligo di
segnale operazioni sospette e che invece non segnalano".
Al convegno hanno partecipato il sostituto procuratore della
Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo di Roma Anna
Canepa, il coordinatore dell'Ufficio rapporti Dna-Dda presso la
Direzione Antifrode dell'Adm di Roma Rocco Antonio Burdo, il
vice direttore tecnico operativo della Dia Nicola Atiero, il
direttore del III servizio della Direzione centrale per i
servizi antidroga Giancarlo Scafuri e il direttore della II
Divisione del servizio centrale operativo della polizia Marco
Martino. I relatori hanno illustrato l'evoluzione della
criminalità e i modi per contrastarla, i risultati ottenuti e
l'importanza della collaborazione tra le forze dell'ordine e i
magistrati di tutto il mondo.
"Le mafie non sono una pagina di storia ma sono ancora
presenti. Sono in un momento di sommersione - ha detto Maurizio
Vallone, direttore della Dia - perché non vogliono provocare la
reazione dello Stato. E in questo momento tendono a fare affari,
a riciclare gli ingenti guadagni derivanti dal traffico della
droga. Vogliono entrare negli appalti e impadronirsi
dell'economia. Ma oggi si può contrastarla grazie agli strumenti
che il Governo ci ha messo a disposizione con il Pnnr e le
innovazioni normative che estendono i poteri dei Prefetti sulle
interdittive antimafia".
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