Si è concluso positivamente lo
studio di fattibilità organizzato dalla Guardia Costiera e da
Tethys durato due anni del "Progetto drone per il monitoraggio
dei cetacei". Dopo 54 missioni, 330 ore di volo e 33.566 km
percorsi in otto mesi la risposta è stata più che positiva sia
per la Guardia Costiera che per Tethys, l'istituto di ricerca
non profit che dal 1986 monitora il mar Ligure.
"Adesso abbiamo fatto il test - spiega Sabina Airoldi, la
direttrice del progetto -. Ma ci piacerebbe utilizzarlo per un
vero monitoraggio. Il test è stato un successo: consuma
pochissimo e non è invasivo. Una volta che si individuano gli
animali si può stare per tutto il tempo che si vuole sopra di
loro senza disturbarli perché siamo comunque molto alti e grazie
alla sensoristica, quindi alla possibilità di zoomare non
abbiamo bisogno di avvicinarci come succede con la barca e il
rumore anche è minimo. In questi mesi abbiamo potuto notare una
corrispondenza con gli avvistamenti che avevamo fatto con la
barca. Ad inizio ottobre 2022 abbiamo avvistato un grande gruppo
di capodogli che dall'alto possono essere seguiti senza
disturbare e grazie al drone abbiamo potuto osservare il loro
comportamento".
Il percorso del drone in questi mesi è stato molto preciso
con partenza dalla base di Sarzana della Guardia Costiera fino
al largo di Imperia nel santuario Pelagos. "È un aeromobile che
capacità molto spinte con circa 10 ore di autonomia - racconta
l'ammiraglio ispettore Sergio Liardo, comandante del porto di
Genova -. L'aspetto importante è che attraverso l'utilizzo di
questo drone, che è fornito dall'Emsa, siamo riusciti ad
ottenere questa capacità spinta che allunga un po' le
tempistiche di pattugliamento classico che quindi non si
limitano solo al periodo estivo e soprattutto incrementa anche
la capacità di scoperta, quindi di identificare cetacei, come
nel caso dei capodogli ad ottobre per la prima volta osservato
nel Mar Ligure, ma è utile anche in caso di operazioni di
soccorso".
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