"L'organo tecnico, vale a dire il
Cta o il Consiglio superiore lavori pubblici, che nel dare il
proprio parere su un progetto descrive una struttura come
'discreta' dovrebbe dare contemporaneamente una prescrizione per
limitarne l'uso perché come Stato occorre garantire che una
struttura sia in buone condizioni". Lo ha detto in aula
rispondendo a una domanda del pm Marco Airoldi Maria Lucia
Conti, dirigente del Mit e oggi commissario straordinario alla
Metro C di Roma.
Conti ha svolto molti incarichi come dirigente pubblica, è
stata provveditore alle opere pubbliche, direttore generale per
le strade e capo dipartimento. Il riferimento del pm,
volutamente generico in quanto la teste non si è mai occupata di
gestire i progetti di Aspi, è il progetto di retrofitting del
viadotto Polcevera, che venne approvato dal Cta (l'organismo
deputato a dare il proprio parere sui progetti della rete
autostradale per il ministero) senza alcuna prescrizione
nonostante che la stessa relazione del comitato parlasse di uno
"stato di conservazione degli stralli delle pile 9 e 10
discreto" ricordando che "i risultati delle prove
riflettometriche hanno evidenziato un lento trend di degrado dei
cavi costituenti gli stralli". "In caso di anomalie - ha detto
Conti - l'organo tecnico deve segnalare la situazione al
provveditore, o alla direzione generale e anche al
concessionario".
Sono 5 i membri del Cta imputati nel processo, a partire
dall'allora provveditore alle opere pubbliche Roberto Ferrazza.
Conti è stata alla direzione strade del Mit, quindi si è sempre
occupata dei rapporti con Anas, "che è a tutti gli effetti una
parte del ministero. Noi non avevamo uffici ispettivi perché
avevamo 7mila persone che svolgevano i controlli e segnalavano
gli interventi". I rapporti con il concessionario sono diversi
da quelli che si hanno con un privato nella gestione della
manutenzione ordinaria. Infatti se la direzione da cui dipendeva
Anas non aveva problemi a pagare le manutenzioni ordinarie
richieste ("avevamo 1 miliardo"), diversa la situazione di un
concessionario come Aspi perché in quel caso "la manutenzione
ordinaria è compresa nel contratto e rappresenta un costo per
il concessionario".
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