Dopo cinque giorni di udienza
Emanuele De Angelis, uno dei 58 imputati per il crollo del ponte
Morandi (14 agosto 2019, 43 vittime), ha avuto un crollo emotivo
e si è messo a piangere al termine del suo esame. Finora è stato
l'esame più lungo tra quelli sentiti finora. De Angelis si
occupò del progetto di retrofitting (il rinforzo delle pile 9 e
10).
Secondo la tesi della procura l'ingegnere, come altri
imputati, avrebbe dovuto chiedere o far effettuare ulteriori
indagini dirette sullo stato del ponte, visti i tanti segnali
sulle condizioni di degrado. Secondo la sua difesa, invece, il
progetto era stato approvato da autorevoli consulenti esterni,
seguendo la corretta procedura.
Oggi ha reso spontanee dichiarazioni un altro imputato
Maurizio Ceneri, ingegnere e coordinatore dei tecnici Spea,
definito dalla procura "coccolino" perché "aveva il compito di
ammorbidire i report". Ceneri ha detto di "non avere mai dato
calcoli o indicazioni su calcoli per la valutazione delle
percentuali di riduzione. Unico documento dato fu una nota
tecnica a novembre 2016 che vi chiese Aspi e che riportava
l'andamento temporale delle estensioni delle anomalie di
corrosione".
Il collegio dei giudici ha respinto la richiesta
dell'ingegnere Gabriele Camomilla di fare spontanee
dichiarazioni per sette ore subito prima dell'esame. Il suo
legale a questo punto ha rinunciato all'interrogatorio e
Camomilla rilascerà solo spontanee dichiarazioni. Il processo
riprenderà il 6 novembre quando verranno sentiti i primi
imputati di Aspi, Bergamo e Ceseri.
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