Quattro elettori su dieci sono andati a votare al referendum consultivo per l'autonomia della Lombardia. E il 95% ha detto Sì al quesito, secondo le proiezioni della Regione. Non è un risultato pieno come quello del Veneto, e gli avversari glielo hanno subito fatto notare. Ma Roberto Maroni si è detto "soddisfatto", perché ora può partire la fase negoziale col Governo. "Ringrazio i tre milioni di lombardi, che mi hanno dato un mandato storico per avere la vera autonomia, nell'ambito dell'unità nazionale", ha spiegato il governatore leghista, visibilmente emozionato, in una conferenza stampa a Palazzo Lombardia dopo la mezzanotte. Maroni ha riconosciuto che in Veneto "il senso di appartenenza è indubbiamente più forte". Ma, ha aggiunto, "non faccio la competizione con Zaia, non mi interessa la percentuale, sono contento che ci abbia superato, ora possiamo unire le forze per la battaglia del secolo". Maroni fa leva su quel 95% di consensi al Sì, e considera un successo anche l'affluenza attorno al 40%. Che, ha sottolineato, "è stata ampiamente superiore alle mie previsioni del 34%: qualcuno dirà che non basta? Non mi interessa. Non sono affatto deluso. Sono felice". Questo perché il governatore già pensa alla fase successiva. Martedì l'avvio della discussione in Consiglio regionale. Poi la composizione di una delegazione trasversale da guidare a Roma, alla quale è invitato anche Giorgio Gori, del Pd. Infine la richiesta di trattare tutte le materie concorrenti e anche il residuo fiscale entro le elezioni Politiche. Caustico il commento del capogruppo del Pd, Enrico Brambilla, che era schierato per l'astensione: "È stato messo in campo uno sforzo straordinario, organizzativo e di risorse, per poi verificare che su sette milioni e mezzo di lombardi più di quattro se ne sono stati a casa. Vedo che c'è in giro un po' di soddisfazione ma per lo scampato pericolo". "L'affluenza lombarda - ha detto Stefano Buffagni, M5S, che era per il Sì - è stata sopra le aspettative, nonostante la strumentalizzazione di Maroni. L'atteggiamento scorretto di tutta la Lega Nord ha scoraggiato molti cittadini che per mesi hanno sentito parlare di residuo fiscale, che con questo referendum non c'entra niente". In attesa che si sposti, da martedì, in Consiglio regionale, la sfida è stata oggi sulla lentezza dei dati sull'affluenza. "Abbiamo avuto delle criticità dovute alla novità" del voto elettronico, ha sostenuto Maroni, "ma la grande soddisfazione e' che sono state tutte risolte e che il sistema ha funzionato in piena sicurezza, i paventati attacchi hacker non si sono visti".