" Non solo "infamare, diffamare e screditare le vittime" del Covid, "la loro memoria" e il dolore di tutti i familiari", ma pure un invito ad "abbracciare teorie negazioniste pericolose anche sotto il profilo dell'incitamento all'odio e della stessa salute pubblica". Sarebbe stato questo, secondo i parenti dei moltissimi morti per l'epidemia di Coronavirus nella Bergamasca, l'intento del tweet del giornalista di Libero Tommaso Montesano, nel quale due sere fa ha paragonato la tragedia delle bare trasportate dai camion dell'esercito al caso del "lago della Duchessa" ai tempi del sequestro Moro.
Verrà aperta nelle prossime ore dalla procura di Bergamo una indagine nei confronti di Tommaso Montesano, il giornalista di Libero autore del tweet con cui ha paragonato la tragedia delle bare dei morti per il Covid della Bergamasca trasportate dai camion dell'esercito al caso del "lago della Duchessa" ai tempi del sequestro Moro. L'iscrizione di un fascicolo dopo una denuncia, come è questo il caso, è pressoché automatica. Da quanto è stato riferito in ambienti giudiziari il reato, come minimo, è diffamazione aggravata come ipotizzato nella querela presentata dai familiari delle vittime.
Un tweet per cui ora il redattore del quotidiano, aspramente criticato e a rischio di licenziamento, è stato denunciato anche alla magistratura. Per l'intervento sui social Montesano, nonostante le "improbabili giustificazioni della sua 'boutade'", è finito nella bufera: una pioggia di durissime reazioni, anche quelle dei suoi colleghi e del comitato di redazione che ha chiesto scusa, e una querela depositata oggi in Procura a Bergamo in cui si chiede di aprire una inchiesta quanto meno per diffamazione aggravata. In quattro pagine, firmate dall'avvocato Consuelo Locati, che guida il team di legali che assiste circa 500 familiari delle vittime del Covid, si sostiene che con quel tweet pubblicato assieme "all'ormai tristemente nota immagine" dei mezzi militari incolonnati per trasportare, nel marzo del 2020, i feretri da Bergamo ai forni crematori di altre città e regioni, il giornalista - ora sospeso - ha commesso "un gravissimo vilipendio alla memoria e alla dignità" di migliaia di morti e dei loro parenti.