A Milano parte la sperimentazione
di un teleriscaldamento 'green' che sfrutta l'acqua dei pozzi di
controllo della falda acquifera. A fare da 'cavie' saranno tre
edifici della zona fra i Navigli e la Bocconi, il Centro civico
di viale Tibaldi, la scuola Giambologna e un edificio privato di
via Balilla, ora riscaldato con una caldaia a gasolio.
Proprio dal condominio prende il nome il progetto Balilla che
è stato sviluppato da A2A Calore & Servizi S.r.l, e ha ottenuto
un finanziamento di 453.933 euro partecipando al bando europeo
REWARDHeat.
La giunta comunale ha approvato le linee di indirizzo per
l'uso dell'acqua sotterranea dei pozzi. Ad essere utilizzati, in
questa sperimentazione, sono i pozzi di controllo
dell'innalzamento della falda acquifera che si trova all'interno
del parco della Resistenza, sfruttando pompe di calore. La
società realizzerà la rete sotterranea di teleriscaldamento a
temperatura neutrale di 15 gradi.
La stima di Palazzo Marino è che con questo si sistema si
otterrà potrà ottenere una riduzione di emissione di 27,3
tonnellate di anidride carbonica, 74 chilogrammi di ossidi di
azoto e 3 chili di PM10, in un anno. E l'acqua di falda
reimmessa consentirà un risparmio di circa il 3,5% sui costi
sostenuti ogni anno dal Comune per la manutenzione e gestione
dei pozzi.
L'obiettivo di Palazzo Marino è poi quella di utilizzare lo
stesso sistema in altre zone della città. "Vorremmo che Balilla
diventasse un prototipo - ha sottolineato l'assessore
all'Ambiente Elena Grandi -, utilizzando i pozzi che già ci sono
e che sono stati fatti, sia per scopi irrigui che di controllo.
Utilizzare l'acqua come fonte di energia per il riscaldamento è
un nostro obiettivo".
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